«Ciliegie, non c'è l'equa ripartizione del valore»

Porcelli (Ortofrutta Italia): la politica deve intervenire a difesa dei produttori

«Ciliegie, non c'è l'equa ripartizione del valore»
Si chiude la stagione cerasicola in Puglia ed i primi bilanci dei produttori non sono buoni. Come ha rilevato una indagine di Confagricoltura Bari-Bat (clicca qui per leggere l'articolo), a inizio giugno si è registrata una marcata differenza tra i prezzi alla produzione (misurati nelle aste) e quelli alla vendita (rilevati presso la distribuzione organizzata). Una forbice di circa 5-6 euro il chilo che non convince l’associazione. 

“Le produzione pugliese abbondante che ha un po' sfavorito il calibro non giustifica il mercato devastante che c'è stato quest'anno a sfavore dell'anello debole della filiera”, sottolinea a Italiafruit News Giovanni Porcelli, coordinatore del Comitato ciliegie per Ortofrutta Italia nonché vicedirettore di Confagricoltura Bari-Bat.


Giovanni Porcelli

“Negli ultimi 15 giorni, la Ferrovia di miglior qualità ha registrato un prezzo alla produzione di 2,2 euro il chilo. Mentre sui banchi della Gdo, lo stesso tipo di prodotto quotava normalmente a 8-9 euro il chilo. Qualcuno ci deve spiegare come viene gestita la filiera delle ciliegie. Mi sembra ovvio che non ci sia una equa ripartizione del valore".

Ecco perché Porcelli, di recente, ha proposto agli operatori della Gdo italiana di esporre il doppio prezzo (di acquisto e di vendita) sugli scaffali (clicca qui per leggere l’articolo). Proposta che non è stata accolta. “C’è bisogno di trasparenza da parte dei primi commercianti e della Gdo. Se si continua a non essere trasparenti, allora deve intervenire la politica”.

In particolare, Porcelli ritiene che il Governo italiano debba fare qualcosa nell’immediato. “In Francia è stata fatta una Legge per l’equa ripartizione del valore nelle filiere agricole. Si faccia lo stesso anche in Italia. La situazione vista quest’anno, a mio avviso, non è accettabile”, conclude.

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