Sempre più blockchain per l'ortofrutta

Progetti legati al "passaporto digitale" e certificazioni in un webinar Ccpb

Sempre più blockchain per l'ortofrutta
Sono già numerose le applicazioni di tecnologia blockchain dedicate al mondo dell'ortofrutta e molte altre stanno per essere "messe in pista" grazie ai numerosi "plus" di quello che viene definito il passaporto del futuro. E' quanto emerso nel webinar "La blockchain a servizio delle certificazioni” organizzato da Ccpb ed Ez Lab ("braccio informatico" del Consorzio) che si è svolto ieri mattina. Dopo i saluti iniziali dell'Ad Fabrizio Piva, sono intervenuti Massimo Morbiato di Ez Lab che ha raccontato cos’è la blockchain e quali vantaggi offre e Roberto Burattini di Ccpb ("Cosa porta la blockchain ai servizi di certificazione"). 



In chiusura lo stesso Morbiato ha illustrato alcune case history, tra cui quella del pomodoro di Pachino. Tra i progetti "work in progress", anche quello per il limone di Sorrento con una visione "turistica" legata a doppio filo con l'agroalimentare. Mentre, per rimanere nel settore, il Distretto agrumi di Sicilia è da tempo sul pezzo.

La blockchain (che registra tutte le transazioni effettuate lungo la filiera originando un database digitale pubblico, dove ogni utente può verificare la veridicità della catena delle transazioni), si può applicare a qualsiasi tipo di certificazione ed è anche uno strumento di trasparenza e marketing.  

L'intervento di Roberto Burattini

Certificazioni e soluzioni blockchain consentono insomma di creare un nuovo rapporto di fiducia tra produttore e consumatore attraverso un “passaporto digitale” capace di aumentare il valore commerciale, rispondendo ai bisogni del mercato e dei consumatori, sempre più sensibili a tematiche sostenibili, ambientali, etiche e sociali. Nel caso del pomodoro di Pachino, ad esempio, facendo leva su origine del prodotto, attenzione alla qualità, attestazione del rispetto dei lavoratori, si garantisce un prezzo finale diverso da quello dello stesso prodotto non "monitorato". 



"Portiamo tecnologie informatiche nell’agroalimentare partendo dal presupposto che 
la fiducia è la nuova moneta e che il valore aumenta se ci si riesce a presentare dicendo quello che è stato fatto e come", ha spiegato Morbiato (foto sopra). "Una tecnologia ma anche una filosofia che considera il consumatore parte integrante della filiera". Sempre più rilevanti le ramificazioni nell'agroalimentare, ma non solo. E presto Alce Nero presenterà un progetto ad hoc.

Secondo l’Osservatorio Blockchain & Distributed Ledger del Politecnico di Milano l’emergenza Covid-19 non ha fermato lo sviluppo della tecnologia, che, anzi, nel 2020 è entrata in una fase di maggiore maturità: su 1.242 iniziative censite dal 2016 al 2020, sono 267 quelle avviate nell’ultimo anno a livello internazionale da aziende e pubbliche amministrazioni e comprendono 70 annunci e 197 progetti concreti, con una costante progressione soprattutto di questi ultimi. 
 
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