Caporalato tra Latina e Venezia, arrestate 7 persone

Caporalato tra Latina e Venezia, arrestate 7 persone
Una cinquantina di carabinieri dei Nas (del Comando dei carabinieri della per la Tutela della Salute, dei Comandi Provinciali di Latina, Venezia, del Nucleo carabinieri Ispettorato del Lavoro di Latina con il supporto del Nucleo Elicotteri carabinieri di Pratica di Mare) hanno arrestato 7 persone accusate di associazione per delinquere finalizzata allo sfruttamento di extracomunitari in agricoltura, estorsioni ed uso di fitofarmaci non autorizzati per le coltivazioni in serra. I provvedimenti sono stati emessi dal gip del tribunale di Latina e l'operazione, dei carabinieri dei Nas di Latina, si svolge tra Terracina (Latina) e la provincia di Venezia.

L'attività di indagine è iniziata dal 2019 partita dalla denuncia di un bracciante di origini bengalese. Il gruppo avrebbe sfruttando i braccianti servendosi di due "caporali".

Secondo gli inquirenti, l'organizzazione "assumeva e impiegava manodopera di cittadini stranieri, sottoponendoli a condizioni di sfruttamento approfittando del loro stato di bisogno e vulnerabilità. Costringeva i dipendenti a sottoscrivere la ricevuta della busta paga con l'omessa contabilizzazione delle ore effettivamente prestate, pena il mancato pagamento della retribuzione, remuneratoli sistematicamente con stipendi inferiori alle ore lavorate, o a cottimo, in violazione dei contratti collettivi del comparto; impiegava i laboratori in costanza di violazioni della normativa in materia di sicurezza e igiene sui luoghi di lavoro omettendo di fornire loro i previsti dispositivi di protezione individuale, l'abbigliamento e le scarpe idonee costringendoli a operare in condizioni proibitive. Inoltre, operava una forma di controllo sul risultato del lavoro, con minaccia di sanzioni corporali ed economiche fino alla prospettazione del licenziamento in caso di fallimento dell'obiettivo di raccolta; imponeva agli operai di avvalersi del servizio di trasporto gestito da uno dei caporali, previo compenso giornaliero di 6 euro a persona, in condizioni degradanti perche' costretti ad ammassarsi su un furgone".

Per chi indaga la stessa organizzazione criminale "perseguiva, con l'ausilio di un agronomo destinatario di una delle misure cautelari, una spregiudicata coltivazione di rogati destinati al mercato locale, nazionale ed europeo, incentrata su metodi irregolari ricorrendo all'uso continuo e massivo di fitofarmaci non autorizzati sulle culture in serra, impiegando in tali compiti lavoratori non formati, non abilitati e privi dei previsti dispositivi di protezione". 

Nel corso delle indagini sono stati identificati 157 lavoratori e sequestrati 224 litri di prodotti fitosanitari non autorizzati. Sequestrati preventivamente importi e beni per circa 557mila euro, ritenuto profitto del reato di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro riferito ai contributi non versati e alle ore di lavoro non retribuite per il periodo di riferimento marzo-novembre 2019.

Fonte: Ansa.it, Lastampa.it