Frutta d'oro, le aspettative di Murcia

Il focus sulla regione non colpita dal gelo. Hortiberia: «Avremo più spazi per esportare in Italia»

Frutta d'oro, le aspettative di Murcia
Frutta estiva da pagare a caro prezzo. La perdita delle produzioni di drupacee in buona parte dell’Europa migliora le prospettive di commercializzazione dei produttori di Murcia, regione spagnola che è scampata alle gelate delle scorse settimane. Un tema che ha guadagnato addirittura la prima pagina del quotidiano locale La Opinión de Murcia (www.laopiniondemurcia.es), nell’edizione di sabato 17 aprile.

Malgrado non si prevedano danni da gelo, i frutticoltori locali - secondo il giornale - stimano raccolte in calo del 50% per le albicocche, a causa della scarsa allegagione, e del 20% circa per il resto delle specie frutticole.  

La raccolta delle drupacee a Murcia si appresta a cominciare proprio durante questa settimana, segnando un ritardo di 8-10 giorni rispetto alla data di partenza dell’anno scorso. "La campagna è in forte ritardo a causa del freddo degli ultimi mesi. L'anno scorso era iniziata il 13 aprile, mentre quest'anno non abbiamo ancora cominciato a raccogliere niente", ha confermato Antonio Caballero Palazón, manager di Frutas Torero e dell’Op Hortofruticola TopiQuesta circostanza rischia di penalizzare i produttori murciani, che pagano la minor competitività a livello di costi produttivi nei confronti dei loro “colleghi” di Extremadura e della provincia di Lleida, due zone dove la stagione delle drupacee inizierà dopo metà maggio. 


La prima pagina dell'edizione di sabato 17 aprile

Da qui a metà maggio, i maggiori competitor per Murcia saranno le aree di Siviglia e Huelva. Nella Regione, la raccolta di pesche e nettarine potrà poi proseguire sino alla fine di luglio, mentre quella di albicocche e pesche piatte si allungherà per un ulteriore mese. 

Le aspettative commerciali per la campagna sono comunque buone a fronte del gelo che ha colpito pesantemente altre regioni della Spagna, l’Italia, la Francia e altri Paesi europei. "Non solo avremo meno concorrenza nei Paesi di destinazione non produttori di frutta estiva, come Inghilterra o Germania, ma apriremo anche una finestra di mercato abbastanza ampia in Francia e in Italia", ha spiegato il presidente del Gruppo Hortiberia - consorzio di esportazione aderente a Proexport - allo stesso quotidiano.

Più spazi da presidiare, dunque, ma anche prezzi più alti per la scarsità dei raccolti in Europa. Questo è un dato di fatto su cui tutti gli operatori locali confidano. Antonio Bernal, presidente di Blancasol - associazione agricola di Murcia - ha sottolineato che ci saranno perdite significative in tutti i segmenti della frutta estiva: "Ciò provocherà tensioni tra la domanda e l’offerta. È ancora molto rischioso dire come possa influire la riduzione della produzione in Francia o in Italia, ma in linea di principio - conclude - è chiaro che i minori volumi di vendita si tradurranno in un aumento dei prezzi".

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