Cosa succederà all'ortofrutta dopo il Covid

Dai piani del Ministro alle aggregazioni, passando per prezzi e Gdo

Cosa succederà all'ortofrutta dopo il Covid
Viene da dire: ci voleva la pandemia. L’emergenza Covid ha spinto la filiera ortofrutticola a mettere da parte le reciproche diffidenze e a lavorare finalmente insieme. Una strada da percorrere uniti, sotto la guida illuminata della politica. Da fonti riservate apprendiamo infatti che negli scorsi giorni si è tenuto un Tavolo Operativo alla presenza del ministro Patuanelli. A detta di alcuni degli imprenditori convocati in gran segreto per questa riunione, il neoministro ha presentato un’agenda ambiziosa e concreta: uno stanziamento di oltre 1 miliardo di euro annui per 3 anni a favore delle aziende italiane. Un'inaspettata pioggia di soldi per quella che si prefigura come la più grande rivoluzione vissuta dal settore.

Una rivoluzione che, finalmente, avrà una guida istituzionale: a Roma si sono accorti che l'ortofrutta esiste e il neo ministro delle Politiche agricole, anche se non lo ha annunciato in pompa magna, ha le idee chiare. Nel primo incontro informale organizzato su Zoom ha lasciato tutti a bocca aperta con una serie di proposte, ciascuna accompagnata dalle risorse che il Mipaaf potrà assegnare, risorse che singolarmente non siamo ancora in grado di fornirvi ma che nel complesso dovrebbero superare quota 1,25 miliardi di euro all'anno per il prossimi triennio.



Le linee guida del ministro sono: rilancio dell'export con l'obiettivo di ridurre il gap (anche competitivo) con la Spagna; barriere commerciali verso i prodotti ortofrutticoli extra Ue dove non sono adottati gli stessi nostri standard; nuovo ruolo dell'interprofessione con un importante budget dedicato per la promozione dell'ortofrutta; incentivi per l'innovazione (compresa quella varietale); sostegno al Crea per la ricerca in ortofrutta; taglio del cuneo fiscale per le imprese del settore. Patuanelli ha poi annunciato che nei prossimi giorni sceglierà un consigliere esperto in ortofrutta per affiancarlo nello sviluppo di questo Piano operativo di rilancio.

Ma le novità non si fermano all’Italia. Nel corso della riunione è stato annunciato anche un forte sostegno alla nostra ortofrutta da parte dell'Unione europea. Oltre ai programmi già annunciati, la Commissione guidata da Ursula von der Leyen starerebbe lavorando a un Recovery Fund dell’Ortofrutta. Da quello che trapela da Bruxelles, e che in parte l'eurodeputato Paolo De Castro ci ha confermato, l’Ue pare intenzionata a definire ufficialmente l’Italia “frutteto d'Europa” e per sostenere l'ammodernamento degli impianti e un ampliamento delle superfici ci sarebbero alcuni miliardi di euro di dotazione.

Uno scatto in avanti si registra anche dal mondo produttivo: fonti riservate ci assicurano che c’è una trattativa in fase “molto avanzata” per un’aggregazione di filiera dell’ortofrutta Made in Italy senza precedenti. Il progetto, che coinvolgerà le principali produzioni nazionali, avrà come capofila le regioni Piemonte, Emilia Romagna, Sicilia e Campania, le cui principali imprese creeranno un Consorzio per favorire l’export. Il nome provvisorio della struttura è Piemonte-Emilia Romagna-Sicilia-Campania-Export (P.E.S.C.E.).



Ci voleva il coronavirus per riportare alla ragione i produttori, per abbattere steccati e convincere le aziende ad uscire dall'ombra del campanile. Ma ora non è il tempo di rimuginare sugli errori del passato, serve guardare al futuro: anche la Gdo – o meglio le principali insegne del Paese – vogliono stringere un Patto dell'ortofrutta. Di cosa si tratta? E' un programma ambizioso per evitare promozioni senza senso, per gestire al meglio l'offerta ortofrutticola e soprattutto per riconoscere la giusta remunerazione ai produttori: con un panorama produttivo più aggregato, infatti, sarà più semplice fare programmazione. E la stessa distribuzione si impegnerà, mettendoci anche delle risorse per un'innovativa campagna di comunicazione rivolta al consumatore, con l'obiettivo di raccontare l'ortofrutta andando oltre gli ormai noti aspetti salutistici.

No amici, non è un sogno, è solo il 1° aprile.

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