Uva da tavola, il biocontrollo promette bene

Le nuove strategie per la difesa da peronospora e oidio

Uva da tavola, il biocontrollo promette bene
Dai consumatori e dalla grande distribuzione viene chiesto con sempre maggiore insistenza ai viticoltori di produrre uva da tavola sana, buona e con un ridotto profilo residuale. Proprio dietro l’impulso di tecnici e viticoltori Agricola 2000 ha organizzato a Castellaneta (Taranto) un Campo demo fungicida vite dedicato al controllo di oidio e peronospora, testando strategie di difesa a base di agrofarmaci di sintesi e di origine biologica.

"Campo demo si è ormai affermato come un momento di confronto e condivisione delle conoscenze tra agricoltori e tecnici", spiega ad AgroNotizie Giacomo Scatolino, business development manager di Agricola 2000. "Una occasione per conoscere e toccare con mano le soluzioni tecniche oggi presenti sul mercato, in questo caso riguardanti la difesa dell'uva da tavola".


La difesa fungicida dell'uva da tavola
Nel vigneto di venticinque anni, varietà Vittoria, presso l'Azienda agricola De Novellis Domenico, sono state messe a confronto diverse strategie di difesa della vite. Per facilitare lo sviluppo dei patogeni fungini i filari sono stati scoperti dai classici tendoni mentre è stata lasciata la rete antigrandine.

Sul testimone non trattato è stato possibile rilevare la presenza sia di peronospora che di oidio. Per quanto riguarda il primo patogeno una elevata percentuale di grappoli ha presentato bacche interessate dalla forma larvata del fungo, mentre sulle foglie è stata riscontrata la presenza di sintomi quali la mosaicatura e la macchia d'olio.


Acini interessati dalla forma larvata di peronospora

Per quanto riguarda invece l'oidio i danni maggiori sono stati riscontrati sul rachide, nonché sugli acini. Nel complesso i sintomi causati dai patogeni fungini, anche se ad un primo sguardo potrebbero sembrare limitati, determinano l'invendibilità del prodotto che per essere commercializzato deve essere in condizioni perfette.

L’impiego di agrofarmaci di sintesi ha garantito in tutte le strategie testate un controllo totale dei funghi tale da consentire l'accesso sicuro al mercato. "Alcuni formulati innovativi hanno permesso di ridurre il numero di trattamenti, con un vantaggio economico e operativo per il viticoltore, nonché ambientale", spiega ad AgroNotizie Lorenzo Palanga, tecnico sperimentatore di Agricola 2000. Tra le aziende che hanno testato prodotti di sintesi troviamo Belchim, Corteva, Certis Europe e Chimiberg.


Gli annerimenti sul rachide sono causati dall'oidio

Il biocontrollo dei funghi patogeni
Accanto alle strategie di difesa classiche sono state testate diverse strategie di biocontrollo a base di prodotti di origine biologica quali microrganismi ed estratti naturali. Tra le aziende che hanno testato prodotti di origine biologica troviamo Futureco Bioscience, KitoZyme e AlphaBio Control.

Le strategie di biocontrollo hanno avuto una buona performance anche se non hanno raggiunto i livelli di gestione totale del fungo garantiti dal chimico. "I risultati ottenuti sono comunque promettenti e rappresentano la base per futuri test", spiega Palanga. "I dati preliminari lasciano intendere che un controllo ancora più efficace potrebbe essere ottenuto impiegando in nuove strategie i prodotti sviluppati da aziende differenti, anche in sinergia con agrofarmaci convenzionali".

Gli agrofarmaci di origine biologica si candidano dunque come mezzi tecnici da inserire in nuove strategie di difesa per alleggerire il ricorso a prodotti di sintesi. L'obiettivo ultimo è quello di produrre uve sane, che incontrino i requisiti della grande distribuzione e degli operatori commerciali, compreso il limite massimo di residui consentito pari a cinque sostanze attive differenti.



Autore: Tommaso Cinquemani

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