«Agrumi in pericolo, il cold treatment va reso obbligatorio»

Numeri choc, oltre 60 intercettazioni di organismi da quarantena nel 2020

«Agrumi in pericolo, il cold treatment va reso obbligatorio»
La filiera agrumicola europea è quanto mai preoccupata per le continue intercettazioni di carichi dell'Emisfero sud infestati da organismi nocivi e/o da malattie non ancora presenti sul territorio europeo, a partire dalla Citrus Black Spot (Cbs). Nel solo mese di giugno 2020, infatti, l’Europa ha riscontrato una abnorme quantità di limoni contaminati provenienti dall'Argentina. Sono state registrate 32 intercettazioni di Cbs e altre due dell'agente causale del cancro batterico degli agrumi, Xanthomonas citri.

Considerando invece tutto il 2020, i casi di intercettazione su agrumi dell'Emisfero sud salgono a più di 60. L'ultimo episodio si è verificato proprio pochi giorni fa presso il porto di Napoli, dove il Servizio fitosanitario della Regione Campania ha rinvenuto un carico di arance sudafricane con Phyllosticta citricarpa, organismo nocivo da quarantena che causa la Cbs.

Numeri e dati che fanno paura. Ecco perché a margine della sua ultima riunione, il Gruppo di contatto agrumi tra Italia, Spagna, Portogallo e Francia ha elaborato una posizione comune in merito ai rischi fitosanitari legati ai prodotti importati da Paesi terzi. 

“L’intera filiera agrumicola europea ritiene che sia fondamentale rendere obbligatorio il cold treatment su tutti i carichi di agrumi extra Ue che entrano in Europa spiega a Italiafruit News Elena Eloisa Albertini, componente del Coordinamento Ortofrutticolo dell'Alleanza delle Cooperative Agroalimentari (Aci) - Solo così è possibile limitare il rischio che una malattia devastante come la Cbs possa fare ingresso nel nostro continente. Questa è stata una delle richieste che il Gruppo di contatto agrumi ha portato all'attenzione del Commissario alla Salute, Stella Kyriakides ed al Commissario all'Agricoltura, Janusz Wojciechowski. Non ha senso, infatti, che noi europei, quando esportiamo agrumi nel mondo, dobbiamo eseguire il cold treatment, mentre questo obbligo non vige per i frutti d’oltremare che importiamo”.


Una immagine dell'ultimo Gruppo di contatto agrumi

La stessa Aci, nel frattempo, si è mossa assieme a Confagricoltura e Cia-Agricoltori Italiani per scrivere una lettera al ministro italiano dell’Agricoltura Teresa Bellanova, in modo da sensibilizzare il governo sui seri rischi che sta correndo l'agrumicoltura nazionale. 

“Le attività di prevenzione messe in campo dall'Ue e la normativa adottata (Decisione di esecuzione Ue 2016/715 e 2017/801 della Commissione) sono inefficaci e servono misure più rigorose per evitare che pericolose malattie come la Cbs attacchino gli agrumeti d’Europa”, si legge nella missiva spedita al ministro. “A nostro avviso è necessario che la Commissione Ue in occasione della definizione di accordi commerciali di libero scambio con i Paesi extra Ue, ottenga il riconoscimento di una adeguata reciprocità delle condizioni di esportazione in termini di sicurezza fitosanitaria del prodotto, superando in tal modo anche le gravi limitazioni delle barriere fitosanitarie imposte invece a livello di singolo Paese comunitario - precisano i presidenti Giorgio Mercuri (Aci), Massimiliano Giansanti (Confagricoltura) e Dino Scanavino (Cia) - Al momento purtroppo gli sforzi richiesti ai produttori agrumicoli europei sono fortemente sbilanciati rispetto alle blande garanzie fitosanitarie per il prodotto che l’Ue importa dall’emisfero australe”. Importazioni che continueranno sicuramente a crescere in futuro a fronte della crescente destagionalizzazione del consumo di agrumi.  

“Condividendo l’analisi della situazione prospettata dalla filiera europea - concludono i tre presidenti - confidiamo che si possano mettere in atto specifiche iniziative ed interventi di prevenzione da adottare in sede comunitaria, a tutela del patrimonio agrumicolo italiano ed europeo”.


Agrumeto con sintomi di Cbs 

Copyright 2020 Italiafruit News