Fragole, l'idroponica fa grandi passi in avanti

La tecnologia spagnola di Hydroponic Systems può ospitare fino a 200mila piante per ettaro

Fragole, l'idroponica fa grandi passi in avanti
La produzione mondiale nella coltivazione di fragole si è moltiplicata in modo esponenziale nel corso dell'ultimo decennio. Un enorme sviluppo che ha riguardato prima di tutto l'Europa - continente che oggi rappresenta quasi il 48% della produzione mondiale di fragole, seguito da Nord e Centro America col 29% circa - e che è direttamente correlato all'aumento della domanda di questo prodotto sempre più associato all'elevato contenuto di vitamina C.

Contestualmente al rinnovato interesse per la fragolicoltura, il settore mondiale sta scoprendo nuove modalità di coltivazione che impongono costi di realizzazione molto ingenti consentendo però un uso efficiente delle risorse idriche, la riduzione dell'impatto ambientale, della presenza di malattie/insetti e dei costi di raccolta. Uno di questi metodi green è il sistema idroponico che ha messo a punto l'azienda Hydroponic Systems International, con sede a Murcia, in Spagna. Paese dove oltre il 90% degli impianti di fragole si trova in un'unica provincia: Huelva. 

"L'idroponica è il modo migliore per coltivare le fragole", sottolinea a Italiafruit News Isabel Ruize della divisione export della Hydroponic Systems International. "I tradizionali metodi di produzione determinano infatti un limitato controllo nell'uso dell'acqua e delle sostanze nutritive, creando una grande spesa e uno sfruttamento eccessivo delle risorse idriche. Nella coltivazione tradizionale, inoltre, non si possono controllare le condizioni ambientali e si generano contaminazioni dovute alla lisciviazione agricola, che ha suscitato grandi critiche sotto l'aspetto ambientale". 


Impianto super intensivo di fragole della Hydroponic Systems International 

L'azienda tiene quindi ad elencare i principali benefici della tecnologia aziendale che sfrutta l’altezza, ottimizzando la densità di piantagione. Primo vantaggio è “la riduzione della contaminazione del suolo e delle acque superficiali per lisciviazione, in quanto non sono necessarie operazioni per disinfettare il terreno e per attuare concimazioni profonde. Altri aspetti importanti sono: la miglior efficienza nell'utilizzo dell'acqua e la possibilità di ricircolo degli scarichi; la maggiore resa e qualità della raccolta; il miglior controllo nutrizionale della coltura tramite l'irrigazione automatica localizzata; la riduzione dei trattamenti fitosanitari con l'aerazione della pianta e la contrazione di almeno il 50% dei costi di raccolta".

Non bisogna dimenticare, infine, che "un impianto in serra idroponica di fragole può essere costruito in qualsiasi luogo, rendendo possibile la produzione in prossimità dei punti di distribuzione e di consumo”.

In particolare, Hydroponic Systems International ha sviluppato un sistema super intensivo ad alta tecnologia che può ospitare fino a 200.000 piante di fragole per ettaro, disposte in file collocate su diverse altezze. “Grazie al distanziatore presente nei nostri sistemi idroponici, il substrato viene inumidito in modo uniforme, consentendo un'adeguata colonizzazione dell'apparato radicale della fragola che favorisce uno sviluppo ottimale della zona esposta. Le malattie si attenuano - conclude Ruize - poichè le radici si trovano in una zona più areata e non sono a contatto con i drenaggi. Di conseguenza non è quindi necessario applicare prodotti fitosanitari”.

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