Morìa del kiwi, a settembre tavolo di confronto

Il Lazio proverà a creare una cabina di regia nazionale sulla ricerca. Aspal: «Aziende da sostenere»

Morìa del kiwi, a settembre tavolo di confronto
La drammatica espansione della morìa del kiwi nella Regione Lazio, di cui abbiamo più volte scritto nell'ultimo mese, pare che abbia finalmente attirato l'attenzione della politica. Come spiega a Italiafruit News Stefano Giammatteo, presidente dell'organizzazione Aspal (Associazione produttori agricoli del Lazio), l’Amministrazione regionale terrà nel mese di settembre un tavolo di confronto composto da associazioni di categoria, enti di ricerca e tecnici delle Organizzazioni di produttori del kiwi operanti nel Lazio, allo scopo di individuare le azioni da mettere subito in campo. Un incontro che l'assessore regionale all’Agricoltura, Enrica Onorati, aveva già annunciato ad inizio agosto, senza però indicare una data.

Il tavolo, come spiegato da Onorati, si pone anche un secondo obiettivo: quello di creare una cabina di regia nazionale che possa coordinare una ricerca interdisciplinare, partendo dalle esperienze già maturate da altre Regioni (Veneto e Piemonte in primis) e consentendo ai diversi ricercatori di confrontarsi, condividere i protocolli di indagine e di analisi, mettere a frutto le diverse esperienze, anche sul fronte delle prove sperimentali di campo. “Sarà mia cura - ha assicurato Onorati - condividere la proposta con gli altri Assessori regionali all’Agricoltura per sottoporla all’attenzione del ministro Teresa Bellanova, chiedendo anche risorse aggiuntive a quelle che ogni Regione potrà investire per salvaguardare il destino di un comparto produttivo leader a livello mondiale”.


Enrica Onorati, assessore all’Agricoltura del Lazio

La morìa è un fenomeno complesso che si manifesta con il disseccamento della pianta dell'actinidia per una grave marcescenza di tutto l’apparato radicale che denota la presenza di rare radici attive, se non addirittura la completa assenza. Potrebbe essere l’effetto di asfissia radicale determinato dalla natura dei terreni in associazione ad eventi climatici di forte stress per le piante, come copiose piogge primaverili, ma anche da tecniche agronomiche utilizzate. Attualmente non ci sono certezze sulle cause, tanto meno sulle strategie di prevenzione e difesa.

“Non sappiamo la cura, ne abbiamo la certezza di quali siano i motivi di questo fenomeno. Non c'è quindi tempo da perdere sul fronte della ricerca”, precisa a Italiafruit News Giammatteo, secondo cui la morìa in questo 2020 avrebbe già colpito almeno duemila ettari di kiwi nell'agro Pontino. “Il bilancio dei danni è in continuo peggioramento. Auspichiamo che le Istituzioni possano sostenere con aiuti i produttori danneggiati - conclude - anche perché il kiwi è sempre stato la fonte di guadagno principale delle aziende agricole laziali, nonché una sorta di ancora di salvezza”.

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