Drupacee, preoccupa lo scarso interesse per la susina

Dalla Campania parla D’Aniello: c’è troppa offerta rispetto ai bassi consumi

Drupacee, preoccupa lo scarso interesse per la susina
Sta procedendo piuttosto male la stagione della susina in Campania. E non è una questione di bassa qualità, ma di scarso bilanciamento tra la domanda e l’offerta che va a deprimere i prezzi.

“La campagna 2020 è cominciata malissimo. Dopo un’annata 2019 disastrosa, le aspettative iniziali di qualche mese fa erano ben diverse: pensavano che la scarsa produzione in altri areali dell’Italia, determinata dal gelo, potesse darci almeno una minima soddisfazione. Invece, nonostante siamo solo ad inizio luglio, la situazione di mercato è già molto pesante”, confida a Italiafruit News Giuseppe D’Aniello della cooperativa Ortofrutticola Lanzi, che coltiva drupacee nell'areale vocato del Casertano.

“A mio avviso credo che uno dei motivi di questa crisi sia la sovrapproduzione che c’è qui in Campania, legata anche all’entrata in produzione di nuovi impianti negli ultimi anni. Inoltre, i consumi di susine sono più bassi rispetto a quelli di pesche, nettarine e albicocche con le quali stiamo raggiungendo risultati migliori”, aggiunge.

L’interesse del mercato è scarso nonostante il prodotto, come osserva D’Aniello, stia presentando un buon livello di sapore e in generale buone caratteristiche qualitative. “Adesso la nostra cooperativa ha a disposizione soprattutto la varietà bianca Goccia d’Oro e la rossa Obilnaja, cavallo di battaglia dell’areale Casertano. Ci stiamo avvicinando alle prime raccolte della Fortune, altra varietà rossa di grande importanza a livello di superfici, e di Dofi Sandra (nera) avendo molti dubbi legati all’andamento commerciale. Le celle di stoccaggio sono piene, mentre le piante di Fortune e Dofi Sandra sono molto cariche. Stiamo quindi vivendo giorni di sofferenza molto delicati e bisognerà vedere cosa succederà sia in campo che sul mercato”.

“Probabilmente l’Angeleno è una delle poche varietà di prossima raccolta che lascia intravedere qualche segnale positivo in Campania, ma solo per una questione di produzione più contenuta rispetto ad altre annate - conclude - Quando si sono verificate le gelate, infatti, i frutti di Angeleno avevano già allegato e quindi i danni sono stati importanti”.

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