Import-export, Italia in rosso anche a inizio 2020

A gennaio acquisti superiori alle vendite, cala l'attivo in valore. E la Spagna corre

Import-export, Italia in rosso anche a inizio 2020
L’inizio del 2020 non inverte la tendenza che aveva caratterizzato, lo scorso anno, l’import-export ortofrutticolo italiano: cala il saldo attivo della bilancia commerciale, mentre la Spagna continua la sua corsa. In attesa di capire quale sarà l’effetto coronavirus sulle transazioni internazionali, i dati Fruitimprese relativi a gennaio mostrano un calo del 6% dei volumi esportati dal nostro Paese a fronte però di un aumento del 5,8% in valore; crescono di contro in modo significativo le importazioni, che progrediscono del 12,4% in quantità e del 22,6% a livello di prezzi. Il risultato è che il surplus della bilancia passa da 104 a 60 milioni di euro, il 41,9% in meno del gennaio 2019, mentre a livello di quantitativi gli acquisti dall’estero (300mila tonnellate) sono superiore alle vendite (285mila tons). 

A livello di aggregati, l’export di frutta fresca perde il 15,6% in volume e il 2,6% in valore; decisamente meglio legumi e ortaggi (rispettivamente +16,5% e +15,3%), mentre gli agrumi calano in quantità (-10,7) ma guadagnano in valore (+7,9%). Trend analogo per frutta secca (rispettivamente -14% e +3,9%) e frutta tropicale (-28,3% e +6,7%). Raffica di segni più, invece per l’import: solo legumi e ortaggi calano in volume e valore, rispetto al gennaio 2019.



Musica diversa in Spagna, dove le esportazioni di frutta e verdura fresca a gennaio e febbraio sono cresciute del 2% in volume rispetto ai primi due mesi dell'anno precedente, per un totale di 2,6 milioni di tonnellate e dell'11,5% in valore, attestandosi a 2,9 miliardi di euro, stando alle rilevazioni del dipartimento delle dogane e delle accise pubblicate nei giorni scorsi. 

Le esportazioni di ortaggi hanno raggiunto quota 1,4 milioni di tonnellate, il 5% in più rispetto al primo bimestre 2019 per un valore di 1,6 miliardi di euro (+6%). Peperone, pomodori, lattuga, cetrioli, i prodotti di punta con un aggregato di 200mila tonnellate esportate, mentre i cavoli hanno raggiunto le 144.283 tonnellate.

La frutta viceversa registra una leggera contrazione dei volumi (-1%) ma cresce notevolmente in  valore: +18%, per un dato assoluto di 1,3 miliardi di euro. Bene soprattutto gli agrumi e le fragole, che ha compiuto un balzo in entrambe le voci con 54.972 tonnellate (+ 18%) e 150 milioni di euro (+10%). Segno più anche per mele (27.988 tonnellate, +63% e 22 milioni di euro, + 54%) e pere (18.838 tonnellate +19,5%, e 14 milioni di euro +31%).

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