«Covid-19, noi imprese abbiamo bisogno di liquidità»

Matteo Di Nunzio: istituzioni e banche facciano presto a mettere in pratica quanto promesso

«Covid-19, noi imprese abbiamo bisogno di liquidità»
Sale la tensione all’interno del settore agroalimentare italiano per gli effetti del coronavirus che ha indebolito la capacità di garantire i pagamenti di una vasta fetta di clienti (operatori dell’Horeca, grossisti, aziende dolciarie, importatori, ecc.). Anche il comparto dell’ortofrutta non è ovviamente immune a questa problematica che può rischiare di ridurre in maniera significativa la propensione agli investimenti delle aziende tricolore. 

Nonostante il recente sviluppo delle vendite nella Gdo nazionale, i fornitori di prodotti ortofrutticoli freschi e trasformati, anche quelli che hanno iniziato il 2020 con una forte crescita dei ricavi, non dormono infatti sonni tranquilli. Perché la necessità di questo momento è una: ricevere liquidità dalle banche, per evitare che i (possibili) mancati pagamenti di alcuni clienti sia italiani che esteri possano inficiare sull’attività caratteristica di acquisto, produzione e vendita.

Matteo Di Nunzio dell’omonima azienda di San Paolo di Civitate (Foggia), specializzata nella produzione, lavorazione e commercializzazione di frutta secca ed essiccata e di legumi secchi, sottolinea: “Le misure promesse dal Governo nel Dl Cura Italia devono essere messe in pratica nell’immediato. Il voler assicurare giustamente beni primari alla popolazione deve allo stesso tempo essere controbilanciato dalla garanzia di approvvigionamento degli stessi beni ai distributori. Aspettare due, tre o quattro settimane è deleterio per l’intera filiera. Già oggi, infatti, noi fornitori registriamo situazioni di ritardo nei pagamenti da parte di alcuni clienti in difficoltà a causa del coronavirus, nonché un ridimensionamento del fatturato, lontano dai trend di inizio anno: ad oggi lavorano soltanto la Gdo ed i negozi di prossimità, mentre i grossisti, l’Horeca, la ristorazione e le aziende dolciarie sono settori fermi. Mi aspetto quindi che le banche e le istituzioni non temporeggino, ma operino celermente per sostenere il settore agroalimentare (e non solo) immettendo subito liquidità nel sistema”.


Matteo Di Nunzio 

“Da parte nostra - prosegue - siamo consapevoli del fatto che il volto dell’economia italiana, a causa degli effetti del coronavirus, cambierà per almeno un anno e che non tutte le aziende riusciranno a sopravvivere a questo periodo”.

“La nostra realtà è in forte crescita e a gennaio e febbraio 2020 abbiamo raggiunto ottimi risultati sia in termini di margini che di fatturato. Nelle ultime quattro settimane, poi, la corsa all’accaparramento degli alimenti nei supermercati ci ha fatto aumentare sensibilmente le vendite di lenticchie, fagioli, ceci, noci in guscio e mandorle intere sgusciate”.

“Malgrado queste crescite, la capacità e la voglia di servire il Paese, lavorando senza sosta, vediamo ombre all’orizzonte, soprattutto per la gestione del post-crisi. Temiamo, in particolare, che la situazione legata alla riscossione dei pagamenti possa peggiorare nei prossimi mesi primaverili ed estivi - conclude Di Nunzio - Ecco perché abbiamo già deciso di concentrarci su quei clienti più solidi sotto il punto di vista economico-finanziario-assicurativo, in modo da poter lavorare con maggiore tranquillità”. 



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