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E' l'iper a frenare la crescita dell'ortofrutta
L'approfondimento sui format dove gli italiani comprano frutta e verdura
Il 2019 per il reparto ortofrutta della Gdo non si chiude nel migliore dei modi, ma l’aumento della spesa (+2,2%) e un livello di consumi confermato rispetto al 2018 (+0,3%) possono essere comunque considerati segnali positivi, o perlomeno non negativi (clicca qui per leggere il nostro approfondimento della scorsa settimana). Tuttavia, è necessario suddividere il dato tra le due principali tipologie di format, definite in base alla superficie di vendita e alle categorie proposte.
Se analizziamo la rete suddivisa tra ipermercati (che pesano per il 14% delle vendite a valore di ortofrutta) e supermercati (che pesano per l’86%) è possibile notare due performance completamente diverse.
Gli ipermercati flettono di 2,7 punti a valore e di 4 punti a volume. I supermercati, invece, performano positivamente in entrambi i casi: +3% a valore e +1% a volume.
È chiaro, quindi, come il cliente della Gdo, per quanto riguarda l’ortofrutta, si stia orientando maggiormente verso un format di dimensioni più abbordabili, probabilmente con una modalità di spesa più facile e veloce.
È emblematico il caso dei prodotti servizio, ovvero IV e V Gamma (ricordiamo senza i prodotti del Fresco Ecr): questi dovrebbero essere il fiore all’occhiello delle superfici con maggiore spazio (quindi con maggior offerta assortimentale). Tuttavia, questo insieme di prodotti performano peggio negli iper rispetto ai super e in modo più che proporzionale rispetto al totale reparto. Quando probabilmente, senza vedere questi numeri, ci si sarebbe aspettati il contrario.
A questo punto emerge il dilemma per IV e V Gamma, cioè: è meglio proporre un assortimento ampio e profondo oppure la chiave è proporre un’offerta basica, ma con rotazioni elevate ed un prodotto sempre fresco? La risposta sembra essere suggerita dai numeri.