Fornitori della distribuzione, una svolta epocale

Adm: obbligatoria l'iscrizione alla Rete del lavoro agricolo di qualità

Fornitori della distribuzione, una svolta epocale
La sostenibilità inizia ad assumere contorni concreti. E ieri a Marca, per passare dalle parole ai fatti, l'Associazione distribuzione moderna, che rappresenta le aziende della distribuzione nei rapporti con la produzione, ha annunciato una misura importante.

Queste le parole di Giorgio Santambrogio, presidente dell'Adm: “A partire dal 1° gennaio 2021 a tutti i fornitori agricoli diretti della distribuzione sarà richiesta l’iscrizione alla Rete del lavoro agricolo di qualità. Non solo: anche i partner della Mdd, lungo la loro filiera di approvvigionamento, saranno chiamati a far sì che i propri fornitori agricoli siano iscritti alla Rete”.

La Rete del lavoro agricolo di qualità, lo ricordiamo, è stata istituita presso l'Inps al fine di selezionare imprese agricole e altri soggetti indicati dalla normativa vigente che, su presentazione di apposita istanza, si distinguono per il rispetto delle norme in materia di lavoro, legislazione sociale, imposte sui redditi e sul valore aggiunto.



"Questo è il nostro contributo per indirizzare l'intero Paese verso uno sviluppo sostenibile, che sia economico, sociale e ambientale - sottolinea Santambrogio - E' un impegno concreto, difficile, sfidante. Lo prendiamo con un coraggio saggio e consapevole ed è una svolta epocale. Rappresenta l'impegno della distribuzione moderna per un nuovo patto di filiera, capace di migliorare il mercato e, senza troppe demagogie, di fare il bene dell'Italia. Da parte nostra c'è la volontà di muoverci tutti insieme in questa direzione e di lasciare da solo chi non vuole stare in questo patto, chi non vuole accettare queste regole. Però non possiamo essere soli come filiera a fare questo patto, chiediamo al governo di aiutarci rendendo più veloce l'iscrizione alla Rete, di rivistiare le regole, di renderle più praticabili e un filo più flessibili. Lavorando assieme - conclude Santambrogio - possiamo veramente cogliere un risultato importante per una piaga che affligge il nostro Paese".

E mentre Santambrogio parlava, collegata da Roma c'era la ministra dell'Agricoltura Teresa Bellanova ad ascoltare.
"Per avere una buona agricoltura, una buona produzione di cibo e una maggiore educazione alimentare, dobbiamo avere una buona distribuzione - la premessa del ministro - Le parole chiave sono trasparenza, efficienza, equità,fiducia e sostenibilità. Che deve essere sociale, economica e ambientlae, tra pilastri che si reggono l'uno con l'altro. Per me la filiera va intesa dal lavoratore agricolo fino al consumatore, solo con un campo di azione così ampio possiamo pensare di tutelare tutti gli anelli della catena, rispettando il lavoro di ognuno e combattento fenomeni distorisvi che si ripercuotono contro la competitività del Made in Italy. Collaboriamo, creaiamo insieme filiere sostenibili e giuste, lottiamo contro le pratiche sleali: non esiste una cattiva distribuzione, ma ci sono imprese che si ponogno fuori dalla legge o che impongono meccanismi che rischiano di minare interi settori. Fate bene a dire che li tenete fuori. Questa decisione sulle aziende fornitrici può rappresentare un momento di rilancio per la Rete. Stiamo lavorando perché possano essere garantire delle premialità e delle priorità alle aziende iscritte. La guerra al caporalato è una urgenza assoluta, ci stiamo impegnando per dotare l'Italia di un piano triennale di prevenzione e contrasto. Sul secondo aspetto abbiamo fatto molto, ma sul primo molto c'è da fare. La distribuzione che rinuncia alle aste al doppio ribasso, un vero e proprio caporalato in giacca e cravatta, è da premiare. E poi non si può abituare il consumatore al sottocosto perenne: dietro a quei prezzi - conclude Bellanova - c'è qualcuno che il risparmio lo sta pagando in altro modo".

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