Poco prima delle vacanze di Natale è ripartito il programma
Frutta nelle scuole. Immancabili - a seguito della distribuzione dei primi frutti ai bambini delle elementari - arrivano
segnalazioni e polemiche: nel mirino di famiglie, ma anche di operatori del settore ortofrutticolo, provenienza e qualità delle referenze date agli scolari.
Se lo scorso anno aveva tenuto banco la polemica per la distribuzione di
albicocche spagnole ai bambini, proprio mentre la campagna italiana vedeva abbondanza di prodotto; quest'anno il programma di educazione alimentare ha esordito in Campania con
kiwi greci. Frutti che, come ha segnalato un operatore del settore a Italiafruit, "sfioravano la terza scelta! Ma mi chiedo se in Italia sia così complicato dare calibri piccoli ai bambini nelle scuole ma con prodotto italiano. Lo slogan di questo programma dovrebbe essere: Frutta nelle scuole, valorizziamo l'import!".
Dai kiwi greci al Sud, per arrivare alle
pere in Emilia-Romagna. Queste italiane, ma dure come un sasso e poco gradevoli da mangiare. Se con i frutti distribuiti si dovevano conquistare nuovi giovani consumatori, beh, l'obiettivo è decisamente mancato. E anche le susine a gennaio, grandi come una moneta, non è che rendano la proposta più attrattiva.
Dopo il
grande ritardo della scorsa edizione di Frutta delle Scuole, quest'anno il programma è partito per tempo. Ma sul livello delle forniture qualche perplessità non manca.