Plastic tax, l'ora della protesta

Oggi manifestazione di piazza, domani stop alla produzione nelle aziende

Plastic tax, l'ora della protesta
Manifestazioni e braccia incrociate contro la plastic tax: per protestare nei confronti della possibile introduzione della tassa, imprenditori, manager e lavoratori delle imprese associate ad Assobibe, che producono e vendono in Italia bevande analcoliche, saranno questa mattina a Piazza Montecitorio, nella capitale, per manifestare le preoccupazioni in caso di ulteriori tasse sulla produzione industriale.

Unionplast-Federazione gomma plastica di Confindustria ha invece organizzato per domani un’ora di stop delle linee produttive nelle aziende di settore della Penisola con l’obiettivo di sensibilizzare e far puntare i riflettori su un tema molto sentito. “Fermiamo questa tassa ingiusta prima che fermi 3.000 aziende con più di 50.000 addetti!”, si legge nella locandina che lancia l’iniziativa. “Giovedì 5 dicembre alle 11 gli imprenditori incontrano nelle proprie aziende i lavoratori, le istituzioni, gli enti locali e i media per un momento di confronto e proposta”. Una lettera è stata inviata al presidente della Regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, chiedendo un fermo impegno a favore delle imprese del Distretto. 

Tra le aziende che aderiranno c’è Isap Packaging - società veronese controllata per l’80% dalla parmigiana Flo Spa e per il 20% dalla trevigiana Dopla Spa - attiva nella produzione di stoviglie monouso e contenitori alimentari in plastica: “Non è questione di 1 euro, oppure 80 o 50 o anche 20 centesimi”, sottolineano i vertici dell’azienda. “La plastic tax, in una qualsiasi delle rimodulazioni di cui si sente parlare in questi giorni, colpisce brutalmente un settore d’eccellenza italiano”.



Isap ha in corso investimenti tecnologici mirati a dare all’azienda "una leadership tecnologica nella produzione di stoviglie e packaging ottenuti da fibra di cellulosa". E spiega: “Il fatto che stiamo portando avanti da anni una strategia di diversificazione - siamo stati ad esempio fra i prime a testare le allora sconosciute bioplastiche, a metà anni novanta, e a inserirle nella gamma dal 2003 - non modifica la visione rispetto all’ondata normativa antiplastica. Tutte queste norme vogliono affrontare problemi reali con metodologie sbagliate, potenzialmente controproducenti e tali da colpire modalità di consumo popolari”.

Intanto  Coca Cola fa sapere che i suoi stabilimenti italiani potrebbero essere messi a rischio dall'introduzione eventuale di sugar e plastic tax: lo hanno detto in un convegno a Caserta il direttore della comunicazione di Coca Cola Hbc Italia Giangiacomo Pierini e il direttore della risorse umane Emiliano Maria Cappuccitti. "Ci costerebbero in totale 180 milioni di euro, 140 a causa della plastica tax, 40 per la sugar tax: troppo".

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