Alimenti lavorati, nuovi spazi di vendita per i produttori

Via libera bipartisan in Senato alle piccole produzioni locali, critici i commercianti

Alimenti lavorati, nuovi spazi di vendita per i produttori
Dal chilometro zero per i freschi alla lavorazione di alimenti: sta per ampliarsi il raggio di azione, o meglio di commercializzazione, degli agricoltori. Martedì, con voto bipartisan, l’aula del Senato ha approvato il disegno di legge sulle Piccole produzioni locali (Ppl). L'articolato riprende le esperienze delle regioni Veneto e Friuli Venezia Giulia e consente agli agricoltori e agli allevatori la lavorazione e vendita, in ambito locale, di “piccoli quantitativi di alimenti prodotti all’interno dell’azienda agricola, nel pieno rispetto della sicurezza igienico-sanitaria e della salvaguardia e tipicità delle tradizioni locali”. 

Il disegno di legge che passa adesso alla Camera, in attesa di uno scontato via libera, “viene incontro alle esigenze dei consumatori italiani che desiderano veder valorizzata la tradizione contadina locale, grazie ad una puntuale tracciabilità del prodotto agricolo, anche trasformato, di origine animale e vegetale, dal produttore al consumatore, permettendo la vendita diretta in ambito locale di piccoli quantitativi”, ha commentato  il presidente della Commissione Agricoltura del Senato Gianpaolo Vallardi (Lega).



Per l’ex ministro Gian Marco Centinaio "un traguardo importantissimo per l'intero comparto agricolo e per il Made in Italy: l’obiettivo primario è difendere il lavoro dei nostri agricoltori e sviluppare le potenzialità presenti sui territori, puntando sulla semplificazione e sulla competitività dei prodotti”.

Sulla stessa lunghezza d’onda il senatore Mino Taricco, capogruppo del Pd nella Commissione Agricoltura:  “Abbiamo contribuito e votato con convinzione il disegno di legge che permetterà a tante imprese agricole e piccoli produttori di trasformare e commercializzare alcune produzioni locali, attraverso la semplificazione delle procedure, ma sotto il controllo delle Asl e con il marchio del ministero dell'Agricoltura”.

Non altrettanto soddisfatti i commercianti: “Non possiamo che rimarcare come, per l'ennesima volta, si creino disparità tra chi opera nello stesso settore”, commenta la presidente nazionale dei dettaglianti dell’alimentazione di Fida Confcommercio, Donatella Prampolini. “Nulla vieta questo tipo di produzione e vendita, ma a patto che tutti si sia soggetti alla stessa normativa, che non è solo quella igienico-sanitaria, ma anche e soprattutto quella fiscale”.

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