L'uva da tavola testimonial di salute con «Semi d'uva»

L'uva da tavola testimonial di salute con «Semi d'uva»
Con “Semi d'Uva - Società x Azione” nasce un progetto dedicato al frutto italiano per eccellenza, che mette in campo prima di tutto valori come la solidarietà, il sostegno alla ricerca, l’importanza dell’educazione nutrizionale e l’alleanza tra donne.

A dare vita al progetto è stata Apoc, una delle più grandi Op d’Italia, che promuove l’uva da tavola con il marchio di certificazione “Qualità Uvitaly”. Con il sostegno delle Donne dell’Ortofrutta Apoc ha donato 2.000 euro per il primo seme d’uva, l’iniziativa di educazione nutrizionale rivolta ai pazienti oncologici dell’Irccs di Bari. 

Il progetto è realizzato dalla biologa Antonella Daniele e dall’oncologa Carla Minoia insieme all’Associazione PH8 - La salute è contagiosa - presieduta da Nicola Difino, esperto di comunicazione sul cibo, giornalista, attore, intrattenitore e ambassador del FuturFood Institute.

La sigla ufficiale dell’alleanza tra Apoc e l’associazione nazionale le Donne dell’Ortofrutta per promuovere la salute con l’uva e la donazione all’Irccs di Bari sono avvenute all'interno della sagra dell'uva da tavola, svoltasi sabato scorso a Rutigliano (Bari), zona in cui la filiera dell’uva da tavola vanta una forte presenza di donne imprenditrici, titolari di azienda, tecniche e comunicatrici.

Una caratteristica che si riflette anche sull'associazione nazionale le Donne dell’ortofrutta, che ha nominato Teresa Diomede, anima dei progetti Apoc, sua coordinatrice regionale. 

L’uva è uno dei frutti più ricchi di qualità nutrizionali del mondo, riconosciuta fin dai tempi della medicina galenica in Grecia e successivamente dai romani come depurativo naturale di fegato, reni e intestino talmente è ricca di polifenoli e antiossidanti naturali, tra cui il celeberrimo resveratrolo, tanto da essere stata da sempre protagonista di una terapia medica chiamata ampeloterapia.

L’ampeloterapia o cura dell’uva veniva prescritta dai medici ai tempi della vendemmia già da fine 800. Va evidenziato, poi, che le ricerche scientifiche specificano che le uve più ricche di proprietà terapeutiche sono quelle con i semi, che da soli concentrano la maggiore quantità di vitamina E tra tutta la frutta fresca.

Il progetto ha un forte legame con il territorio di Rutigliano (Bari), una delle aree di produzione di uva da tavola più importanti d’Italia non solo per quantità, ma per il ruolo chiave che l’uva riveste nell'intera comunità, come testimonia con il suo intervento all'evento di Rutigliano il sottosegretario alle politiche agricole Giuseppe L’Abbate.

«Apoc è una Op molto radicata in Puglia, soprattutto per l’uva da tavola - dichiara il direttore, Rosario Ferrara - ed è con questo straordinario prodotto che abbiamo voluto creare una collaborazione virtuosa con l’Associazione Donne dell’Ortofrutta sul progetto “Semi d'Uva”. 
Un progetto- rimarca Ferrara- che semina valori e conoscenza, gestito da donne con ricadute positive su tutta la comunità».

«Mi piace pensare - commenta Alessandra Ravaioli, presidente dell’associazione Donne dell’Ortofrutta - che passo dopo passo noi donne riusciremo a realizzare progetti che ci tengano unite e portino un contributo concreto alla filiera ortofrutta. Il progetto “Semi d’Uva” è un esempio; è nato dalla passione di donne, dalla necessità di raccontare l’uva italiana in modo innovativo e da una rete di conoscenze ed esperienze preziose sul territorio. Siamo visionarie, è vero, ma anche molto, molto concrete!».

Foto: Teresa Diomede di Racemus con al centro Rosario Ferrara e a destra Nicola Difino Pres PH8, consegna dell'assegno alle dottoresse Antonella Daniele e Carla Minoia di Irccs di Bari.

Fonte: Ufficio stampa Le Donne dell'ortofrutta