«La macchia nera deve diventare un patogeno da quarantena»

Un gruppo di eurodeputati scrive alla Commissione. Selvaggi: servono barriere fitosanitarie

«La macchia nera deve diventare un patogeno da quarantena»
C'è poco spazio per interpretazioni. Il fungo Guignardia citricarpa, agente causale della macchia nera degli agrumi (Citrus Black Spot, Cbs), deve essere inserito nella black list dei parassiti da quarantena. E anche subito. Lo hanno chiesto alla Commissione Ue un gruppo di eurodeputati di S&D, tra cui gli italiani Caterina Chinnici e Paolo De Castro, in una lettera di cui è prima firmataria la spagnola Clara Aguilera.

“L’inclusione del fungo della macchia nera nell’elenco degli organismi nocivi da monitorare appare necessaria sia alla luce di quanto riportato in un recente studio dell’Autorità europea sulla sicurezza alimentare, sia considerando i segnali preoccupanti degli ultimi tempi” ha spiegato Chinnici, neo eletta vicepresidente della commissione Bilancio del Parlamento Ue.


Caterina Chinnici 

I numeri sulle intercettazioni di carichi infetti da Cbs parlano chiaro: dal 2016 a oggi, i casi rilevati dagli stati europei sono stati ben 96. Le recenti segnalazioni di sette partite contaminate, provenienti dalla Tunisia, hanno consolidato le già forti preoccupazioni dei produttori agrumicoli sia italiani che spagnoli.

"In Sicilia ci sono produttori che stanno investendo nella riconversione degli agrumeti per superare il problema della Tristeza", spiega a Italiafruit News Giovanni Selvaggi, presidente del Consorzio di tutela dell'Arancia rossa di Sicilia Igp. "Sarebbe folle rischiare di vedere anche solo uno di questi nuovi alberi malato di Cbs. Per evitare questo rischio - conclude - ritengo che sia fondamentale non solo l'introduzione di barriere fitosanitarie nei confronti delle produzioni extra-Ue, ma anche l'obbligo di eseguire il cold treatment”.


Giovanni Selvaggi

Al governo nazionale, invece, Selvaggi chiede invece di intervenire per dare vita concretamente a un Piano agrumicolo per il rilancio del comparto. Gli 8 milioni di euro stanziati a febbraio 2019 non sono certo sufficienti per supportare la conversione di massa degli impianti colpiti da Tristeza. "Non c'è più bisogno di organizzare altri tavoli di confronto al Mipaaft, ma di fatti. Estirpare e ripiantare significa perdere la produzione per almeno cinque anni. I produttori, quindi, dovrebbero essere incentivati con un programma specifico di preammortamento, anche perchè, ad oggi, l'80% delle aziende non ha risorse sufficienti per realizzare il ricambio varietale". 
 
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