Assosementi: clima e innovazione vegetale

Assosementi: clima e innovazione vegetale
Rimediare alla desertificazione, ridurre le emissioni di CO₂ e contrastare la siccità: sono solo alcune delle soluzioni che offre l’innovazione vegetale per combattere i cambiamenti climatici. In occasione della Giornata Mondiale del Clima di venerdì 15 marzo, Assosementi, l’associazione che riunisce le aziende sementiere italiane, ha lanciato un appello alle istituzioni europee affinché possano rivedere le decisioni riguardanti le nuove tecniche di miglioramento genetico (NBTs). 

Innovazione vegetale contro la desertificazione
Secondo l’Atlante mondiale della desertificazione pubblicato nel 2018 dal Centro comune di ricerca della Commissione europea (JRC), oltre il 75% della superficie terrestre è già in stato di degradazione e questa percentuale potrebbe raggiungere il 90% nel 2050. Questo livello di desertificazione rischia di causare una riduzione del 10% dei raccolti mondiali che fra 30 anni dovranno soddisfare una popolazione mondiale che l’ONU stima possa toccare i 9,8 miliardi di individui. “L’innovazione vegetale può contribuire a risolvere questo problema", ha dichiarato Giuseppe Carli, Presidente di Assosementi (nella foto sopra). Le NBTs consentono infatti di selezionare varietà più performanti, con il risultato di ottenere rese agricole superiori nonostante le minori superfici di suolo destinate alla produzione agricola”.

Innovazione vegetale contro le emissioni di anidride carbonica
La desertificazione non è solo una conseguenza, ma anche una delle cause del cambiamento climatico: il degrado del suolo dà luogo all’emissione di gas a effetto serra e i terreni, così impoveriti, hanno una minore capacità di trattenere il carbonio, che resta nell’atmosfera. Per l'Università britannica dell'East Anglia, le emissioni mondiali di CO₂ da combustibili fossili nel 2018 sono cresciute del 2,7%, raggiungendo i 37,1 miliardi di tonnellate. Il risultato è che la concentrazione di anidride carbonica nell'atmosfera è cresciuta a 407 parti per milione, 2,3 parti in più rispetto al 2017. Come emerge dallo studio “The economic, social and environmental value of plant breeeding in the European Union” diffuso dalla piattaforma tecnologica europea “Plants for the future”, negli ultimi quindici anni l’innovazione vegetale ha evitato la riconversione di 19 milioni di ettari di foreste, aree umide e altri habitat in campi coltivati, che avrebbe significato rilasciare 3,4 miliardi di tonnellate di CO₂, ovvero la stessa quantità di gas serra emessa ogni anno da un Paese come l’Olanda.

Innovazione vegetale contro la siccità
“L’innovazione vegetale rappresenta uno strumento fondamentale per contrastare i cambiamenti climatici – ha aggiunto Carli. Grazie alle nuove tecniche di miglioramento genetico è possibile infatti ottenere varietà che resistono meglio alla siccità, come ad esempio mais che anticipando la fioritura saranno meno vulnerabili ai periodi di stress idrico”.

“Tutelare il nostro pianeta è un obiettivo primario e l’innovazione vegetale ce ne da l’opportunità. La sostenibilità presente e futura passa dalla ricerca e sarebbe miope continuare a privarla di metodi che rappresentano la naturale evoluzione di quelli che da sempre assicurano lo sviluppo dell’agricoltura” ha concluso Carli.

Fonte: Assosementi