La Sicilia che innova contro il cracking dell'uva

Ecco «Sicil Grape», il progetto che si candida a essere finanziato dal Psr

La Sicilia che innova contro il cracking dell'uva
Nasce in Sicilia il Gruppo operativo Sicil Grape dedicato a incentivare e diffondere l'innovazione nel settore dell'uva da tavola. Il progetto, che si candida a essere finanziato con la Misura 16 del Psr regionale, vede come attori l'Op Opas, le due Università di Catania e Palermo, il Centro di ricerca per Olivicoltura (Crea-Ofa) di Acireale e il Centro studi per l’Economia applicata all’ingegneria (Csei) di Catania. 

"Sicil Grape - dice a Italiafruit News il presidente dell'Op, Nunzio Busacca - nasce soprattutto rispondere a un problema che i viticoltori siciliani hanno avuto nell'ultima stagione: il cracking dell'uva Italia, causato da condizioni meteo eccezionalmente umide. Attraverso il progetto, intendiamo quindi sviluppare, in collaborazione con gli enti scientifici, nuove varietà (con seme e seedless) e tecniche colturali in funzione dei cambiamenti climatici, pensando sempre a una riduzione delle spese".



L'Op Opas, nata nel 2014, è formata da 84 soci produttori di uve (65 unità), agrumi, pesche, nettarine, albicocche, e gestisce un totale di 500 ettari in tutta la Sicilia. "Già da tre anni - evidenzia Busacca - realizziamo attività di innovazione colturale e varietale presso il nostro campo prova della provincia di Mazzarrone, in provincia di Catania. Se il progetto verrà sostenuto dalla Regione, metteremo insieme il nostro saper fare con il sapere delle Università di Catania e Palermo, del Crea-Ofa e Csei".

I cinque partner hanno presentato Sicil Grape nel corso del seminario "Innovazione per l'uva da mensa" tenutosi il 21 dicembre 2018 a Mazzarrone. Tra i relatori hanno partecipato, oltre al presidente dell'Op, Elisabetta Nicolosi e Daniela Vanella dell'Università di Catania, Rosario Di Lorenzo dell'Università di Palermo, Filippo Ferlito del Crea-Ofa e Salvatore Barbagallo del Csei.

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