Vendere ortofrutta in Uk, tutte le incognite dell'hard Brexit

I gruppi Besana e Rago: scenario da evitare. L'impatto del voto di domani

Vendere ortofrutta in Uk, tutte le incognite dell'hard Brexit
Il giorno del giudizio si avvicina, domani il Parlamento britannico deciderà se approvare o respingere l'accordo sulla Brexit. Il no-deal rimane lo scenario peggiore per tutti gli operatori economici, anche per le aziende italiane ed europee che gestiscono relazioni commerciali con il Paese d'oltremanica, nonché per chi opera con business unit dedicate in Uk. E' il caso, ad esempio, del Gruppo internazionale Besana che processa frutta secca ed essiccata nel suo stabilimento di Ipswich, nell'Inghilterra orientale.

Besana: il tema vero è il futuro della sterlina
"Speriamo di evitare l'hard Brexit - sottolinea a Italiafruit News il Ceo Riccardo Calcagni (nella foto sottostante) - e che Regno Unito e Ue possano trovare ancora un'altra possibilità per ritardare i tempi dell'uscita".

"Per forza di cose - evidenzia Calcagni - il Regno Unito ha bisogno di importare prodotti ortofrutticoli, compresa frutta secca ed essiccata. Ma il problema vero, reale, è uno: che fine farà la sterlina? Venerdì scorso un euro valeva 0,91 sterline. Una eventuale parità tra le due monete potrebbe tradursi in un rialzo dell'inflazione nel mercato britannico. Questo scenario ci fa paura, in quanto andrebbe a determinare un minore potere d'acquisto dei consumatori locali". 



Effetti immediati sullo sdoganamento della merce e sui contratti
Il Gruppo Rago di Battipaglia (Salerno), esportatore di baby leaf (insalatine da taglio a foglia piccola, ndr) in Gran Bretagna, si sta preparando all'hard Brexit. "Potremo avremo delle complicazioni - spiega il responsabile commerciale Rosario Rago (nella foto sottostante) - Per prima cosa, dovremmo cominciare a fatturare in sterline. Poi bisognerà capire se ci saranno barriere doganali per l'export, quindi se sarà necessario essere in possesso di ulteriori documenti e fare lo sdoganamento della merce, come richiede la Svizzera, ad esempio".

"Un altro aspetto critico - prosegue Rago - riguarda la conversione della sterlina in euro e quindi l'impatto sui contratti stipulati a livello di prezzi. Sia noi che i nostri clienti britannici, per il momento, non abbiamo le idee chiare sul da farsi".


"Con l'hard Brexit prevedo, in linea di principio, una iniziale svalutazione della sterlina per consentire al Paese di rimettere i conti a posto. Ciò che accadrà dopo non è dato a sapersi: se la sterlina si apprezzerà - conclude il manager - le nostre spedizioni in Uk saranno destinate a ridursi". 

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