«Uva, i rincari ingiustificati pesano sul bilancio finale»

L'Apeo alza la voce: c'è qualcosa che non quadra nell'aumento dei costi di confezioni e trasporti

«Uva, i rincari ingiustificati pesano sul bilancio finale»
La campagna 2018 dell'uva da tavola, giunta ormai alla sua conclusione, è stata condizionata in negativo dai rincari "ingiustificati" dei costi degli imballaggi (carta, plastica, ecc.), dei trasporti e di altri servizi aggiuntivi. La pensa così Giacomo Suglia, presidente di Apeo, l'Associazione dei produttori e degli esportatori ortofrutticoli pugliesi che rappresenta circa il 60% della produzione regionale di uve da tavola. 

"Sia i produttori che i confezionatori - sottolinea a Italiafruit News - hanno fatto il loro dovere, impegnandosi per offrire ai propri clienti una produzione di qualità nonostante le condizioni climatiche avverse. Purtroppo, però, quest’anno dobbiamo registrare un incremento ingiustificato dei costi per il packaging, le assicurazioni, i carburanti e le tariffe autostradali. Rialzi che si basavano su motivazioni che, con il passare del tempo, sono state smentite nei fatti. L'economia mondiale ed europea, nel frattempo, ha rallentato la sua crescita e ciò ha ridotto il potere d'acquisto dei consumatori sia in Europa (continentale, Paesi scandinavi e Regno Unito) che nel Golfo Persico". 


Giacomo Suglia, presidente dell'Apeo 

"L'alleggerimento dei costi accessori - evidenzia il presidente dell'Apeo - è fondamentale per aumentare la competitività dell'uva pugliese. D'altronde, non produciamo beni di lusso ma prodotti agricoli. Garantire una qualità elevata, oggi, non basta più per operare nel mercato globalizzato. Ce lo insegna quanto abbiamo visto nei mercati emergenti dell'Arabia Saudita e degli Emirati Arabi Uniti, dove i prezzi medi dell’uva sono scesi a causa della concorrenza dell'Egitto e della Tunisia, con i quali noi italiani non possiamo certo giocare ad armi pari. Le nostre uve da tavola sono state pagate solo il 10-20% in più di quelle nordafricane, una variazione troppo bassa rispetto alla differenza consistente che esiste fra i nostri e i loro costi di produzione".

I soci dell’Apeo, secondo i dati di Suglia, destinano circa il 50% delle uve pugliesi nel mercato nazionale, dove la vendita della varietà Italia si sta per avviare alle sue battute finali. “L’uva Italia, come sempre, sarà protagonista delle tavole delle feste. Vale la pena ricordare che, secondo la tradizione italiana, consumare dodici acini d'uva è beneaugurante per l'anno nuovo".

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