Il ritorno della ciliegia Moretta di Vignola

Presentato ieri al Salone del Gusto il progetto di rilancio di Slow Food e Università di Bologna

Il ritorno della ciliegia Moretta di Vignola
Un gioiello della frutticoltura che rischiava di essere dimenticato torna sul mercato come Presidio Slow Food. Parliamo della ciliegia Moretta di Vignola, coltivata già nel 1800 e, fino al dopoguerra, apprezzata anche in Nord Europa. Con l’avvento di nuove varietà più produttive e redditizie, la Moretta è andata via via scomparendo, passando da 25mila a poche decine di quintali in 70 anni.

Così, l'Università di Bologna e quella di Modena e Reggio Emilia, la Condotta Slow Food “Valle del Panaro” e il Consorzio della ciliegia tipica di Vignola - con il contributo della Fondazione Vignola e il patrocinio della Regione Emilia Romagna - stanno collaborando in un progetto che consiste nel proteggere dal rischio di estinzione questa varietà. Caratterizzandola e valorizzandola, per poi rilanciarla sul mercato come presidio Slow Food.



“Oggi – spiega Stefano Lugli, dell’Università di Bologna e coordinatore del progetto – grazie a Slow Food questa varietà ha ricominciato a essere coltivata ed è diventata uno dei simboli della biodiversità e della tipicità. Il salto di qualità è stato individuare il giusto canale commerciale, il presidio Slow Food, in grado di dare una nuova identità al frutto”.

La ciliegia Moretta continuerà a essere un prodotto di nicchia, non omologato e non omologabile, ma tutelato. Minuta di forme ma dal sapore inconfondibile, ha il gambo lungo e slanciato, la buccia morbida e sottile, di colore nero brillante. Da qui, appunto, l’appellativo di “Moretta”. Il periodo di maturazione, secondo l’annata, va da metà maggio a giugno.

E ieri a Terra Madre, il Salone del gusto di Torino, è stato presentato il nuovo Presidio Slow Food. “I primi risultati del progetto sono stati presentati a giugno, durante il XII Convegno nazionale Biodiversità di Teramo – continua il coordinatore - Visto che l’ambiente pedo-climatico influisce sulla qualità delle ciliegie, è stato possibile effettuare una zonazione che ha delimitato come migliore areale vignolese di coltivazione la fascia di terreni prospicenti il fiume Panaro. Non solo, dalla ricerca risulta che i contenuti di sostanze polifenoliche e l’attività antiossidante della ciliegia Moretta sono particolarmente elevati, superiori ad altre varietà di ciliegia e paragonabili a quelli di frutti noti per le loro proprietà antiossidanti, come i frutti di bosco a bacca rossa o nera”.

Un aspetto che potrebbe essere sfruttato anche a livello nutraceutico. Un’ultima curiosità: “Le analisi molecolari effettuate sul Dna delle accessioni di Moretta di Vignola presenti sul territorio non mostrano differenze – conclude Lugli – Segno che questa antica e pregiata varietà si è mantenuta inalterata nel corso dei secoli”.

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