Attualità
Embargo, 26mila tonnellate di cibo al macero in Russia
E in questi giorni, a Mosca, un World Food senza frutta italiana
Dall’entrata in vigore dell’embargo le autorità russe hanno distrutto 26mila tonnellate di alimenti provenienti da mercati “vietati”: Stati Uniti, Unione Europea, Norvegia, Australia e Canada sono nel libro nero di Putin dal 2013. Carne, pesce, frutta e verdura costituiscono il "grosso" della merce oggetto dei drastici provvedimenti, come riporta l'osservatorio agricolo statale della Russia, Rosselkhoznadzor. La pratica di "smaltimento" degli alimenti è iniziata nell’agosto del 2015.
Nel frattempo la Russia si è attrezzata per conseguire l’autosufficienza: prima dell'introduzione delle sanzioni la produzione interna della Federazione copriva circa il 60% del fabbisogno di prodotti agroalimentari, mentre nel corso degli ultimi quattro anni ha raggiunto l’80%.
Le coltivazioni di frutta e verdura hanno guadagnato considerevolmente terreno (ricorrendo a tecnologie e know how esteri, anche dall'Italia) e la domanda di grano, zucchero, olio di girasole, pollame è soddisfatta quasi in toto dalla produzione locale; per formaggio e pesce la quota del prodotto locale copre il 90%. L'embargo russo sulle merci importate dall'Ue rimarrà in vigore fino almeno a tutto il 2019. In questi giorni si svolge intanto World Food Moscow, in programma fino a giovedì: da appuntamento di grido, è divenuta fiera marginale per il settore italiano. Unici espositori del Made in Italy ortofrutticolo sono la società agricola Mio Orto e La Linea Verde Russia, realtà protagoniste nella IV gamma; quest'ultima si avvale di una società serba e può inoltre presidiare il mercato con le zuppe fresche che - in quanto piatti pronti - sono ammesse.
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