Gli acquisti premiano fresco e confezionato

E poi etnico, lusso e ready to eat. Presentato ieri il Rapporto Coop

Gli acquisti premiano fresco e confezionato
Salutista, bio, etnico, lussuoso. Ma secondo il Rapporto Coop 2018, presentato ieri a Milano, il carrello degli italiani si fa anche sempre più veg.

Scritto dall’Ufficio Studi di Ancc-Coop (Associazione nazionale cooperative di consumatori) con la collaborazione scientifica di Ref Ricerche, il supporto d’analisi di Nielsen e i contributi originali di Iri Information Resources, Gfk, Demos, Nomisma. Pwc e Ufficio Studi Mediobanca, l’edizione 2018 del Rapporto analizza l’andamento dei consumi delle famiglie italiane e l’evoluzione del retail.
E per il nostro settore ci sono buone notizie. Intanto gli italiani sono leader in Europa e nel mondo per l’acquisto di cibo con una spesa alimentare pro capite di 2.428 euro l'anno (+1,3%), davanti a francesi (2.353 euro) e tedeschi (2.019), tanto che nel nostro Paese un quinto della spesa è per l’alimentare (19%, il massimo dell’ultimo decennio). Proprio per frutta e verdura in Europa nessuno fa meglio di noi: il 21% del totale, infatti, è destinato a questi prodotti, contro il 18,3% di Spagna e Regno Unito, il 17,1% della Francia e il 16,6% della Germania.

Nel primo semestre di quest’anno, poi, aumentano ancora gli acquisti di frutta fresca (+1,2%) ed essiccata (+1,4%), in particolare di quella a peso imposto (+8,6% la crescita a volume dell’ortofrutta confezionata). I nostri connazionali, infatti, apprezzano sempre più i prodotti confezionati, che arrivano al 47,6% del fatturato totale.



Ciò nonostante dopo un 2017 molto positivo (anche grazie all’effetto meteo) il primo semestre dell’anno presenta una crescita molto debole (+0,6% a valore, con un’inflazione dell’1,1%). Il risultato è una media di andamenti divergenti: crescono i consumi dei più abbienti (+2,8%), del Nord e del Sud (+1%), delle famiglie con figli (+2%), mentre vanno in negativo gli acquisti food dei più poveri (-4%) e degli under 35 (-7%). Le famiglie benestanti spendono quattro volte di più rispetto a quelle con bassa capacità di spesa e tra una famiglia trentina e una calabrese il differenziale all’anno è pari a 17mila euro.
Cresce ancora l’incidenza delle vendite dei prodotti premium di quasi un punto percentuale e le vendite del discount: la quota di mercato è balzata dal 10% al 26% in dieci anni. 
Non è un caso, dunque, se da un lato insieme al carrello dell’etnico, cresce quello del lusso (+9,3%) e, allo stesso tempo, dopo anni, torna positivo quello dei prodotti base (+2,1%). Negli ultimi mesi, infatti, il mercato torna a chiedere convenienza e si riaccende la pressione sui prezzi. Tra i 10 prodotti che calano di più nel carrello compaiono il cioccolato, lo zucchero raffinato, il burro, le merendine, la panna da cucina. Intanto, il salutismo, trend vincente degli ultimi anni, mostra i primi segni di rallentamento dovuti con buona probabilità a una saturazione raggiunta almeno in certi segmenti di mercato (+2,3%, ma era il +5% nel 2017).



Un’altra tendenza evidenziata dal Rapporto Coop riguarda il “ready to eat”. Il “pronto da mangiare” fa registrare il 6% in più, mentre l’e-food è sempre più un’alternativa diffusa tra gli italiani. Solo nei primi tre mesi del 2018, 3,5 milioni di italiani (l’80% in più rispetto al 2017) è ricorso al food delivery, mentre l’online alimentare registra un balzo in avanti di un +34% nei primi sei mesi dell’anno. Modernità che va ancora una volta di pari passo con la tradizione, il senso di appartenenza che continua a indirizzare i consumatori italiani verso prodotti italiani (+3%), privilegiando i piccoli brand (+4,3%) alla grande marca. Solo la scritta “100% italiano” fa schizzare le vendite di un 9%.



Quanto a coscienza verde gli italiani non sono secondi a nessuno, sia in termini di consapevolezza sia in azioni concrete. Nove italiani su dieci ritengono che vivere in un ambiente salubre sia condizione fondamentale per conseguire un’elevata qualità della vita (83% in Francia e solo 72% in Germania). E nel carrello compare la preferenza per il meno plastica (+14%) e il biodegradabile (+6%).



“Stiamo vivendo una fase di grandi tensioni in ambito sociale ed economico. La crescita si è quasi fermata e i consumi reali del primo semestre sono in calo. L’incertezza e il malessere riguardano una parte sempre più consistente della società italiana – ha detto Marco Pedroni, presidente Coop Italia - Il mercato della grande distribuzione in Italia è uno dei più complessi d’Europa, non solo perché cresce di meno ed è il più affollato, ma anche perché è sottoposto a oscillazioni anche repentine dei comportamenti dei consumatori. Coop mantiene la barra diritta, riteniamo di essere un presidio e un modello per molti dei nostri stessi competitor. La nostra sfida è quella di offrire un cibo buono e sicuro per tutti i consumatori, accessibile anche alle fasce più deboli. Le sfide sull’etica o sulla trasparenza dei prodotti sono per noi temi affrontati, sui quali siamo da sempre precursori; per stare alle attività più recenti si pensi alla filiera agricola di Buoni&Giusti Coop contro il lavoro nero in agricoltura o al progetto per la riduzione di tutte le plastiche nei prodotti Coop. Offriamo garanzie come nessun altro e non abbasseremo certo la guardia. Puntiamo, poi, a chiudere quest’anno con vendite complessive in linea con quelle del 2017, dopo un primo trimestre in cui avevamo registrato un rallentamento. Al Governo chiediamo di evitare l’aumento dell’Iva in particolare sui generi alimentari. Una misura ingiusta per le famiglie e disastrosa per i consumi”. 

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