Caporalato, a Foggia la marcia dei berretti rossi

Caporalato, a Foggia la marcia dei berretti rossi
Per dire no al caporalato sindacati e associazioni hanno manifestato ieri a Foggia. Due cortei per ricordare le 16 vittime dei due incidenti stradali avvenuti nelle campagne e protestare contro lo sfruttamento. Il primo, organizzato da Usb, è partito alle 8,30 dall'ex ghetto di Rignano, nel comune di San Severo.

Un centinaio di persone hanno partecipato alla "marcia dei berretti rossi, quelli che i braccianti indossano nei campi come unica protezione dal solleone mentre raccolgono i pomodori per la vergognosa paga di un euro al quintale". "Basta morti sul lavoro", "schiavi mai". Sono alcuni degli slogan che accompagnano l'avanzare della marcia.

La seconda manifestazione si è tenuta alle 18. Al corteo hanno aderito Cgil, Cisl e Uil e numerose associazioni da Arci a Libera.  "Quanto accaduto - spiegano - è la conseguenza estrema e drammatica di una condizione che accomuna tutti i lavoratori in agricoltura della Capitanata. Per questo è il momento di dire basta a ogni forma di sfruttamento, di sottosalario. E' il momento di abbandonare la pratica del caporalato che oramai rende i lavoratori succubi di una normalità non più accettabile".

Anche l'inchiesta della Procura di Foggia muove i suoi primi passi. I magistrati hanno individuato sei aziende (cinque pugliesi e una molisana) dove le vittime avrebbero prestato servizio prima dei due incidenti stradali. Si indaga per verificare se i migranti siano stati sfruttati dai caporali.

Dati allarmanti, intanto, emergono dal focus di Censis e Alleanza Cooperative “Negato, irregolare, sommerso: il lato oscuro del lavoro”, secondo cui sarebbero oltre oltre 3,3 milioni i lavoratori vessati nelle false imprese, in tutti i settori produttivi del Paese con il salario medio orario che scende da 16 euro a 8 e un’evasione tributaria e contributiva che tocca quota 107,7 miliardi, quattro volte una manovra finanziaria.

In Italia l’economia sommersa ha sfruttato la crisi stringendo nella sua morsa la parte più esposta e meno difesa: i lavoratori che a causa della difficoltà hanno accettato un lavoro a ogni costo. Nel periodo 2012/15, mentre l’occupazione regolare si è ridotta del 2,1%, l’occupazione irregolare è aumentata del 6,3%, portando cosi a oltre 3,3 milioni i lavoratori che vivono in questo cono d’ombra non monitorato.

Le imprese che ricorrono al lavoro irregolare riducono il costo del lavoro di oltre il 50% mettendo spesso fuori mercato le aziende che operano nella legalità. Mettono una grave ipoteca sul futuro dei lavoratori lasciandoli privi delle coperture previdenziali, assistenziali e sanitarie per un’evasione contributiva pari a 10,7 miliardi. Mentre 97 sono riconducibili all’evasione tributaria.

"Denunciamo ancora una volta - dice Maurizio Gardini, presidente di Alleanza Cooperative a nome dei copresidenti Mauro Lusetti e Brenno Begani - e diciamo basta a chi ottiene vantaggio competitivo attraverso il taglio irregolare del costo del lavoro che vuol dire diritti negati e lavoratori sfruttati. Se le false cooperative sfruttano oltre 100mila lavoratori emerge, invece, un’area grigia molto più ampia che interessa le tantissime false imprese di tutti settori produttivi che vessano in un lavoro irregolare e sommerso oltre 3,3 milioni di persone".

Sul milione di badanti a nero Gardini precisa "le famiglie evadono per necessità. Le false imprese lo fanno solo per moltiplicare i profitti e mettere fuori gioco le tantissime imprese che competono correttamente sul mercato".

Fra le voci più rilevanti dell’evasione si distingue quella relativa all’Iva che sfiora i 36 miliardi di euro e quella da mancato gettito dell’Irpef derivante da lavoro e impresa, pari a 35 miliardi di euro. La sola Irap fa registrare una mancata contribuzione di 8,5 miliardi. Il mancato versamento dei contributi risulta pari a 2,5 miliardi per il lavoratore dipendente e a 8,2 per il datore di lavoro.

Calabria (9,9%), Campania 8,8%), Sicilia (8,1) e Puglia (7,6%) sono le regioni con la più alta percentuale di lavoro sommerso.

Fonte: Repubblica Bari - Alleanza Cooperative