Opo Veneto: parte la stagione del «Figo Moro» di Caneva

Opo Veneto: parte la stagione del «Figo Moro» di Caneva
Sono belli quest'anno i “fighi mori” di Caneva (Pordenone) sulle piante, pronti per essere raccolti. Dolci, sani e carnosi. Un'elegante forma allungata. La buccia, morbida e sottile, ha raggiunto il classico colore marrone violaceo con tendenza al blu e al nero, mentre la polpa rosso cardinale è particolarmente tenera e profumata. Il Figo Moro (scritto anche Figomoro, in italiano fico nero), coltivato sulla Pedemontana tra le province di Treviso e di Pordenone, ha una storia ben radicata nel territorio, ampiamente documentata sin dal Medioevo. Il nome locale deriva dal colore blu nero che ne caratterizza la buccia. E' molto attivo il Consorzio per la sua tutela e valorizzazione cui aderiscono una cinquantina di produttori. E' un prodotto di nicchia, per la cui commercializzazione è impegnata, in particolare, Opo Veneto, che lo presenta in una confezione molto pratica ed elegante, la quale ne mantiene la serbevolezza e soprattutto ne evidenzia la originalità e la identità. 

Nella parte superiore delle confezioni del Consorzio è riportato il codice che identifica i produttori e la data di confezionamento. Tali confezioni sono la garanzia per il consumatore dell’originalità del prodotto. Il Figo Moro in simili contenitori è presente anche nella Grande distribuzione organizzata del Triveneto. E' un “figo” per amatori, sottolinea Sergio Tronchin di Opo Veneto. E come tale viene ricercato. 

La stagione, appena agli inizi, promette bene. Per ora il Figo Moro da Caneva si presenta nelle migliori condizioni. La cimice cinese, il terribile nemico dei frutti che nello scorso anni ha provocato notevoli perdite, è una presenza molto marginale, almeno per ora. Stante tale situazione, si prevedono danni veramente minimi. Si dovrebbero quindi superare abbondantemente i 300 quintali di produzione, che è tendenzialmente in crescita, essendo state messe a dimora parecchie piante. E' l'ambiente, sottolinea Sandro Mutton, vicepresidente del Consorzio di tutela che dà distintività al Figo Moro da Caneva: un suolo ricco di sostanze nutritive, la presenza di acqua che però scorre via su un terreno in pendenza e drenante, una benefica ventilazione. 

Nicola Manfè, presidente del Consorzio, sottolinea i criteri di sostenibilità, che sono alla base della coltivazione del fico, e l'impegno dei produttori sul fronte della qualità, della disponibilità e della correttezza nelle pratiche agricole e nella commercializzazione. Domenica 26, ultima domenica di agosto, Caneva dedica un gustosissimo evento al suo Figo Moro: un appuntamento con quanti ne apprezzano i pregi, l'unicità, i valori nutrizionali.

Fonte: Ufficio stampa Opo Veneto