Distretti ortofrutticoli tra luci e ombre

Bene la filiera romagnola ma non quella dell'agro-pontino, giù mele trentine e pomodoro di Pachino

Distretti ortofrutticoli tra luci e ombre
Distretti ortofrutticoli in chiaroscuro nel primo trimestre del 2018. Stando ai dati elaborati da Intesa San Paolo, la filiera della frutta in Alto Adige (marmellate e succhi di frutta del Trentino Alto Adige e mele dell’Alto Adige) ha fatto segnare, insieme al comparto agroalimentare, un +4,3%. Per le mele del Trentino, invece, si evidenzia un ulteriore trimestre di diminuzione delle vendite nei principali mercati di sbocco, soprattutto Spagna ed Egitto, con il mercato tedesco in controtendenza; a pesare, la carenza di prodotto disponibile. 

In Piemonte, dopo un 2017 buio, primi tre mesi solo leggermente negativi per le esportazioni di nocciola e frutta piemontese (-1,5%). Bene l’ortofrutta romagnola, che da gennaio a marzo fa segnare un +6,8% rispetto all'analogo periodo del 2017. Nella confinante Emilia, più 1,1% per il distretto alimentare di Parma.

Nel Lazio il distretto ortofrutticolo dell’Agro-Pontino dopo il massimo storico registrato nel 2017 chiude con un -2% tendenziale. Dinamica negativa anche per l’export dell’ortofrutta del Barese (-31,9%, pari a circa 28 milioni di euro in meno di valori esportati) dopo aver sperimentato un anno di ripresa delle vendite estere. In difficoltà pure ortofrutta e conserve del Foggiano (-16,2%). 

In Campania si registrano crescite a doppia cifra nei distretti dell’alimentare di Avellino (+25,1%) e delle conserve di Nocera (+23,2% pari a circa 47 milioni di euro aggiuntivi rispetto al primo trimestre del 2017): quest'ultimo si rilancia dopo un 2017 difficile. In territorio negativo, viceversa, l’export dell’agricoltura della Piana del Sele, reduce peraltro da un triennio di crescita, e dell’alimentare napoletano, che prosegue il trend di decrescita avviato dal 2016. 

Arretra l’export dei distretti della Sicilia, penalizzati dal regresso del pomodoro di Pachino (-10,3%), che prosegue la scia di risultati negativi conseguiti nel precedente biennio, e dell’ortofrutta di Catania, in flessione dopo il forte balzo delle vendite all'estero dell’ultimo trimestre dello scorso anno. 

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