«Meloni, prima bisogna parlare di qualità»

L'opinione di Cagna (Agricola Don Camillo) sul calo dei consumi di giugno

«Meloni, prima bisogna parlare di qualità»
Ettore Cagna, presidente dell’Agricola Don Camilo di Brescello (Reggio Emilia), tra i primi gruppi in Italia per la produzione e commercializzazione di meloni, ha una sua idea sul calo dei consumi che ha interessato la fine di maggio e, soprattutto, giugno.
Se non parliamo di qualità non affrontiamo la questione nel modo giusto – dice l’imprenditore a Italiafruit News – Perché il crollo dei consumi è stato determinato perlopiù dagli scarsi livelli qualitativi del prodotto”.

Certo, alla base ci sono gli sbalzi delle temperature che hanno danneggiato le produzioni, ma secondo Cagna è la corretta gestione dell’offerta che ha influito negativamente.
“La qualità si fa in campo - prosegue l'imprenditore - Noi da agosto pianifichiamo la stagione produttiva dell'anno successivo, innanzitutto adottando le rotazioni dei terreni e scegliendo le varietà più idonee. Ma, soprattutto, grazie all'impiego di sostanza organica. Il nostro gruppo, ad esempio, da quando utilizza il digestato da impianti di biomassa con matrice animale, ha ridotto l'apporto di concimi chimici e i frutti raggiungono standard qualitativi superiori”.



“Insomma – osserva Cagna – a giugno bisognava evitare di immettere sul mercato meloni con caratteristiche qualitative non ideali”.

Da qui in avanti, comunque, le cose dovrebbero migliorare. “Ora le temperature ci sono, il prodotto che arriva adesso sugli scaffali in generale non ha subito stress termici o idrici e gli appezzamenti sono sani – conclude Cagna – Oltre che sul melone mantovano Igp, per l’estate puntiamo molto sulla tipologia Charentais. Un melone che richiede parecchia attenzione a livello colturale ma che ripaga tutti gli sforzi grazie a polpa morbida, aroma intenso e ottima shelf-life”.

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