Donne dell'Ortofrutta, focus sulla qualità dei prodotti

Donne dell'Ortofrutta, focus sulla qualità dei prodotti
Sala affollata al convegno di Macfrut organizzato dalle Donne dell’Ortofrutta per confrontarsi sul tema della qualità. Un argomento affrontato con approccio diretto e innovativo sotto la guida di Cristina Lazzati, direttrice di Fresh Point Magazine, Mark Up e Gdoweek.
Definire la qualità dell’ortofrutta è complesso perchè sono tanti gli aspetti da prendere in considerazione per identificarla, ma l’elemento chiave su cui tutti sono concordi è che deve essere percepita e apprezzata dai consumatori. Qui emerge il ruolo chiave della comunicazione, il passaparola e l’empatia che deve nascere tra chi acquista e chi sta vendendo i prodotti.

Ma chi sono i consumatori di ortofrutta? Per parlarne si è partiti con una analisi presentata da Salvo Garipoli, senior consultant di Sg Marketing, da cui è emersa l’immagine di un consumatore italiano sempre più sensibile alla tematica “food” e ai valori cha stanno alla base dei processi posti a garanzia del consumo consapevole. Il futuro sarà caratterizzato dall'equilibrio tra la ricerca del mangiar sano e il piacere di mangiare bene.

Al centro del consumo alimentare la frutta, la verdura e i legumi rappresentano le categorie alimentari più naturalmente in grado di interpretare le istanze del consumatore. Per quanto riguarda l’ortofrutta, in particolare, i criteri di scelta elettivi vedono la stagionalità, il Made in Italy e il territorio al primo posto ed il posizionamento di prezzo, secondo driver, quale espressione concreta del “valore” percepito al momento dell’acquisto. Il punto vendita, in tale contesto, assume il ruolo prioritario di mediatore di fiducia, media e guida per lo shopper nazionale e la comunicazione supporta l’immagine del prodotto attraverso uno story-telling utile, perché volto a formare ed informare il cliente-consumatore. “La qualità – afferma Garipoli – è oggi più che mai una scelta, compito degli attori produttivi è quello di riuscire ad elevare l’esperienza di prodotto, operando in una logica category applicata fuori e dentro il punto vendita”.   

Una osservazione di grande interesse questa, ripresa anche all’interno della tavola rotonda, che ha visto un confronto al femminile tra rappresentanti della distribuzione e della produzione.

Annabella Donnarumma, amministratore delegato di Eurogroup Italia, per il gruppo Rewe, ha evidenziato l’importanza della programmazione nel rapporto con i produttori, un rapporto consolidato e rafforzato nel tempo che porta risultati reciproci, perché dà sicurezza.

Francesca Nadalini, responsabile commerciale dell’azienda Meloni Nadalini, ha messo in evidenza il problema dell’instabilità – climatica, economica, competitiva – che caratterizza sempre più il settore e la limitata possibilità ad agire sul prezzo finale di cessione del prodotto. “Per questo è necessaria una collaborazione continua tra produttori e clienti, in un’ottica di partnership che permetta lo sviluppo condiviso verso gli obiettivi da raggiungere per soddisfare il consumatore, come già si sta facendo con il Melone Mantovano Igp”.

La qualità è anche promessa e garanzia offerta da brand, che in ortofrutta sono rari, ma esistono, come dichiara Carmela Suriano, general manager di Planitalia e Ceo del Club Candonga Top Quality: “Fare branding in ortofrutta è diventata un’esigenza. Per la fragola, ad esempio, regnava l’indifferenziazione, il consumatore non aveva altri strumenti di scelta, se non il prezzo, il paese d’origine o l’insegna. Con Candonga abbiamo legato in un brand la qualità superiore di una varietà ad un territorio, dimostrando che il consumatore è disposto a pagare un prezzo coerente con la qualità posseduta e percepita.”

Patrizia Manghi, titolare di SalFrutta, ha sottolineato l’importanza della logistica per garantire la qualità. La gestione logistica dei prodotti dal campo alla piattaforma e dalla piattaforma al punto vendita è determinante per ottenere e conservare la massima qualità. Così come è fondamentale la collaborazione di tutti gli attori della filiera per raccontare al consumatore il lavoro che c’è dietro un prodotto ortofrutticolo. “Il racconto deve essere il viaggio delle esperienze e del sapere di tutti gli attori della filiera e solo se sapremo trasmettere questi valori al consumatore finale riusciremo a ridare valore al nostro prodotto.”

Emma Neifar, Cco di Cortilia, ha parlato del nuovo approccio alla vendita (“valore, non prezzo”) ed alla fornitura di un sistema come Cortilia. “Poiché nell’ecommerce si sacrificano tre sensi – vista, olfatto, tatto – si compra sulla fiducia e sull’esperienza del primo acquisto. E’ dunque determinante la garanzia di un elevato standard di qualità, che si può ottenere solo tramite la programmazione con i fornitori, la catena del freddo, la forza logistica”.

Maura Latini, direttore generale di Coop Italia ritorna sui prezzi, elemento chiave di scelta nella Grande Distribuzione e richiama la necessità di democratizzare la qualità e la mission di Coop di vendere tanta ortofrutta, perché fa bene ai suoi clienti. “Prezzi più bassi e qualità elevata sono la scommessa per conquistare il consumatore, ma dal lato produzione ci vuole sostegno e garanzia di una giusta remunerazione dell’offerta.” Il paradosso che richiama Latini è che oggi, nonostante i nuovi stili di vita e i trend documentati da vari studi, si consuma meno ortofrutta che non agli inizi del 2000.

Fonte: Ufficio stampa Le Donne dell'Ortofrutta