Pesche, «12mila ettari in meno per evitare un'altra crisi»

Il settore spagnolo sollecita di estirpare una superfice equiparabile alla Romagna

Pesche, «12mila ettari in meno per evitare un'altra crisi»
Manca un mese all'inizio della stagione europea delle pesche e nettarine e gli operatori spagnoli, dopo la disastrosa campagna del 2017, sono preoccupati perché il Piano strategico per la riorganizzazione del comparto peschicolo - presentato dal ministero dell'agricoltura (Mapama) la scorsa settimana - non prevede azioni immediate per la riduzione delle superfici.

Secondo il settore produttivo iberico è "assolutamente necessario" estirpare dai 10 ai 12mila ettari di pescheti per incidere sulla redditività del comparto produttivo e salvare una campagna 2018 che non preannuncia nulla di buono. Per fare un paragone con l'Italia, bisognerebbe eliminare tutte le superfici di pesche e nettarine che sono concentrate in Romagna, la culla mondiale della produzione di questi prodotti. 

Le organizzazioni Fepex (produttori ed esportatori) e Cooperativas Agro-alimentarias (cooperative produttive) così come le principali associazioni agrarie sostengono tutte il piano governativo, ma concordano sul fatto che sia "insufficiente" per impattare in modo favorevole sulla stagione che sta per cominciare. Mancano infatti misure addizionali per tagliare almeno 10mila ettari, equivalenti al 12,5% della superfice totale (circa 80mila ettari).

Antonio Chavero, presidente del Comitato peschicolo di Fepex, ha spiegato a Efeagro come nell'ultimo decennio gli areali peschicoli siano raddoppiati nella Catalogna e nell'Aragona, due regioni che concentrano la loro offerta produttiva tra luglio ed agosto. "Se non ci saranno disastri climatici, avremo una campagna disastrosa come quella dell'anno scorso", avverte Chavero. Dello stesso parere è Javier Basols, presidente per le drupacee di Cooperativas Agro-alimentarias, che dice: "Il Piano del Mapama comunica il messaggio che abbiamo un eccesso di offerta ed è quindi necessario fare uno sforzo per limitarla".

"La proposta ministeriale va bene, ma deve essere migliorata", commenta José Ugarrio, direttore tecnico di Asaja, facendo riferimento all'assenza di un "piano di estirpazione"; criticità segnalata anche da Coag (coordinamento delle organizzazioni agricole spagnole) e dalle unioni degli agricoltori Upa e Unión de Uniones.

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