Quinoa e resistenza al sole, la ricerca fa passi in avanti

Uno studio italiano apre scenari per il miglioramento genetico di altre colture

Quinoa e resistenza al sole, la ricerca fa passi in avanti
Un gruppo di lavoro di ricercatori italiani dell'Università di Pisa ha compreso il meccanismo che permette alla quinoa - pianta sempre più utilizzata per le preziose qualità nutrizionali e nutraceutiche dei suoi semi - di resistere al sole molto più a lungo rispetto ad altre specie erbacee. Un traguardo che non riveste solamente un interesse scientifico, ma apre anche scenari applicativi per il miglioramento genetico di numerose colture agrarie in risposta allo stress da raggi ultravioletti.

"Negli ultimi anni - ha spiegato il coordinatore del progetto di ricerca Lorenzo Guglielminetti, professore del Dipartimento di Scienze agrarie, alimentari e agro-ambientali dell'Università di Pisa - gli studi incentrati sulla percezione e sulla risposta ai raggi ultravioletti sono decisamente aumentati, un interesse legato anche alla riduzione dello strato di ozono nell'atmosfera degli ultimi decenni. Tuttavia, ricerche approfondite sulla risposta di una pianta adattata a esposizioni ultraviolette estreme di tipo B, come la quinoa, non erano ad oggi ancora disponibili".

Lo studio ha quindi messo in luce gli adattamenti metabolici e fisiologici grazie ai quali la quinoa riesce a rallentare i processi degenerativi (diretti ed indiretti) tipici dello stress da raggi ultravioletti e che garantiscono a questa pianta una lunga "sopravvivenza".

I risultati della ricerca - finanziata dall'organizzazione no-profit Schlumberger Foundation a Thais Huarancca Reyes, assegnista dell'Università di Pisa, nell'ambito del programma "Faculty for the Future" - sono stati appena pubblicati su Scientific Reports (clicca qui per consultare l'articolo), rivista scientifica del Gruppo Nature. Il coordinatore Guglielminetti ha lavorato insieme alle colleghe dell'Università Di Pisa Antonella Castagna e Annamaria Ranieri, in collaborazione con Andrea Scartazza del Cnr (Consiglio Nazionale delle Ricerche) ed Eric Cosio Caravasi della Pontificia Università Cattolica del Perù.

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