Dal digitale alla distribuzione: metamorfosi agroalimentare

Tutte le opportunità per i produttori, se n'è parlato al Forum Cdo

Dal digitale alla distribuzione: metamorfosi agroalimentare
Cambiano i consumi, si innovano le produzioni, muta la rete distributiva... L'agroalimentare sta vivendo una vera e propria metamorfosi di cui l'ortofrutta è protagonista. E “La metamorfosi dell’agroalimentare: salute, filiera, innovazione e marketing” è stato il titolo del quindicesimo Forum Cdo Agroalimentare, che si è svolto venerdì e sabato a Milano Marittima (Ravenna).

Parlare di cambiamento, come ha fatto notare il presidente della Cdo Agroalimentare Camillo Gardini, forse è riduttivo: da qui la scelta della “metamorfosi” e delle tante sfaccettature che assume, anche nelle persone che animano il comparto.



L'economia mostra segnali di ripresa, gli italiani sono tornati a risparmiare – una delle caratteristiche che ci contraddistingue a livello globale - e ad acquistare: questa la fotografia scattata da Stefano Galli di Nielsen.
Nel largo consumo l'ecommerce pesa per l'1,5% delle vendite e per l'alimentare vale ancora meno. “Ha un peso marginale – l'analisi di Galli – ma è la digital revolution che impatta sui comportamenti di consumo: nell'ecommerce si intravedono grandi opportunità per la fascia alta dei prodotti alimentari, può pescare in quel cluster di consumatori più attenti a cosa acquistano e più disposti a spendere per quei prodotti che rispondono ai trend dei nuovi stili di vita. Ci sono tremilioni di famiglie che acquistano prodotti alimentari sul web: l'ascesa dell'ecommerce va valutata in base all'influenza del mondo digitale, non dai volumi delle vendite online. Si raccolgono informazioni sul web e poi si acquista nel negozio fisico: l'online non serve per comprare ma per informarsi. Ecco perché bisogna esserci e sapersi relazionare col consumatore”.

In questo contesto c'è più spazio per i piccoli produttori, quelli che sanno inserirsi velocemente nei segmenti del biologico, del vegano, dei free from... Quei produttori che possono diventare punti di riferimento per le Marche del distributore. “Oggi vanno meglio i piccoli che i grandi – riassume Galli – essendo piccoli e veloci riescono ad agganciare i trend emergenti più facilmente, senza avere timori nel fare scelte drastiche”.



Alla tavola rotonda di venerdì ha partecipato anche Davide Vernocchi, presidente di Apo Conerpo, che ha centrato il suo intervento su Opera e la comunicazione. “Lo spot di Opera è semplice: parla di una pera italiana, che è buona e fa bene. Può sembrare un'ovvietà, ma fino a qualche anno fa questo non era comunicato – sottolinea Vernocchi – Abbiamo avviato un piano pubblicitario triennale con una dotazione di dieci milioni di euro: circa tre centesimi il chilo in pubblicità. E' un progetto sfidante per il nostro gruppo, che aggrega circa il 30% della produzione italiana di pere. Stiamo facendo da traino al comparto e chi è rimasto fuori beneficia di questa volata”.

Il digitale, il brand, una riduzione delle superfici di vendita e un aumento delle chances per i produttori di entrare nella Gdo. Giorgio Santambrogio, presidente di Adm e amministratore delegato del Gruppo VéGé, ribadisce che la marca del distributore è uno strumento fantastico a disposizione dei produttori, affinché possano essere presenti negli scaffali dei supermercati.



“Oggi nella Gdo ci sono troppe referenze – sostiene Santambrogio – Il prodotto grocery sul quale non si riesce a fare storytelling uscirà dagli scaffali, sarà acquistato online. Credo che il 100% delle superfici di vendita debbano diventare dei produttori: il futuro è nei punti di vendita piccoli, con più facing e metri lineari dedicati a prodotti su cui il consumatore usa tutti e cinque i sensi e non solo il portafoglio. Riconvertiamo i negozi, facciamoli più belli, con il 70% di prodotti ortofrutticoli, ittici, di gastronomia, vegetali, vegani, biologici, free from... Non possiamo fare ancora la lotta sul chilo di pasta. Il punto di vendita deve diventare un punto di incontro – conclude Santambrogio – dove fare cultura dell'alimentazione e spiegare la filiera”.

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