Pesche in crisi, la Spagna prepara un piano

Confronto tra operatori e governo. Afrucat: 4.500 euro a ettaro per chi estirpa

Pesche in crisi, la Spagna prepara un piano
Dalla Spagna cominciano ad affluire le prime cifre sulle liquidazioni ai produttori di pesche e nettarine. Afrucat, l'Associazione frutticoltori della Catalogna, ha calcolato che a livello nazionale i coltivatori perderanno mediamente 15 centesimi di euro per ogni chilo di prodotto commercializzato. Quest'anno, evidenzia Afrucat, le liquidazioni saranno comprese tra 15 e 26 centesimi il chilo, a fronte di costi di produzione decisamente più elevati, stimati in 37 centesimi il kg per chi ha coltivato almeno otto ettari e in 50-60 centesimi il kg per chi invece ha meno di cinque ettari.

Se l'Italia piange, quindi, la Spagna non ride. Ma contrariamente a quanto succede nel nostro Paese, governo e operatori spagnoli hanno avviato un confronto costruttivo per elaborare un piano strategico con interventi di breve e medio-lungo termine a favore della sostenibilità economica del comparto (clicca qui per consultare la nostra notizia del 6 novembre scorso). La discussione in corso si sta concentrando sulla possibilità di incrementare le misure di autoregolamentazione previste dall'Unione europea.

Afrucat, da parte sua, ritiene che sia prioritario agire sull'offerta peschicola mediante la definizione di un programma di sovvenzioni pubbliche mirato alla riduzione del 15% della superficie totale di produzione, passando così dagli attuali 80mila ettari (23mila in Catalogna) alla quota di 68mila ettari. Il governo, suggerisce l'associazione, potrebbe elargire un contributo pari a 4.500 euro per ettaro ai peschicoltori che intendono estirpare i frutteti e ottenere da questi ultimi la garanzia di non innestare nuovi impianti. Il costo stimato per un'operazione di questo tipo è di 55 milioni di euro, un ammontare comunque inferiore ai 60 milioni di perdite che quest'anno subirà il solo comparto peschicolo della Catalogna.

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