Allarme siccità, anzi no allagamenti

Bastano due giorni di pioggia e da Nord a Sud siamo di nuovo in emergenza

Allarme siccità, anzi no allagamenti
Che Paese strano è l'Italia. Fino a ieri tutti a piangere la mancanza di pioggia (in ottobre secondo elaborazioni su dati Ismea ne è caduto il 59% in meno rispetto all'anno scorso) e oggi tutti in allarme per il rischio allagamenti.
Il problema è che l’emergenza c’è sul serio. Motivo, una condizione idrogeologica a rischio, che è strutturale da Nord a Sud. E, infatti, si susseguono nubifragi e allagamenti in provincia di Salerno, a Caserta, Napoli, Avellino, Reggio Calabria. Ma anche a Milano e Treviso. La Coldiretti fa sapere che, per effetto delle intense precipitazioni, il livello del Po è salito di oltre mezzo metro in ventiquattro ore, con una decisa inversione di tendenza anche per i grandi laghi, praticamente svuotati dalla grave siccità.
 
Per poter essere assorbite dal terreno le piogge dovrebbero cadere in modo regolare e non violento, mentre gli acquazzoni di questi ultimi giorni in molte regioni italiane hanno di fatto aggravato i danni provocati dagli allagamenti con frane e smottamenti. E un’importante concausa del dissesto idrogeologico è proprio il cambiamento climatico.
Con pesanti conseguenze sulla nostra agricoltura: sempre secondo la Coldiretti i danni alla produzione agricola nazionale, alle strutture e alle infrastrutture nel decennio 2008/17 hanno superato i 14 miliardi di euro.
 
E quindi? Per mettere in sicurezza il nostro Paese in modo efficace serve, tanto per cambiare, una programmazione su più fronti: intanto, un approccio tecnico-scientifico nei confronti del dissesto idrogeologico, che passi attraverso la manutenzione degli alvei e il monitoraggio geo-ambientale, mentre resta fondamentale il continuo aggiornamento delle carte che rappresentano le aree a pericolosità e rischio, in atto o potenziale.
 
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