Kiwi, cresce la preoccupazione per la cimice asiatica

Tosi (Agrea): il punto sui sistemi di difesa. In corso sperimentazioni

Kiwi, cresce la preoccupazione per la cimice asiatica
Molteplici e preoccupanti le patologie che colpiscono il kiwi italiano. La relazione di Lorenzo Tosi di Agrea-Centro studi in occasione del convegno dedicato alle stime di produzione e commercializzazione di martedì sera a Verona (cliccare qui per leggere) ha offerto l’occasione per fare il punto su nuove e vecchie malattie che insidiano il frutto.

Rispetto al 2016, in particolare, c’è un’ulteriore minaccia: la cimice asiatica, che si aggiunge a Psa e moria. In Veneto, negli ultimi mesi, ha provocato danni ingenti agli actinidia. I frutti colpiti cadono a terra già a partire dal mese di luglio; particolarmente sensibili le varietà gialle. Fondamentale, ha aggiunto Tosi, è impedire all’insetto - molto mobile, invasivo e spiccatamente polifago - di "ricolonizzare" in primavera i frutteti all’uscita dai siti di svernamento. Come? Si possono utilizzare trappole speciali innescate con feromoni di aggregazione posizionate in modo opportuno a fine marzo, anche se le catture non sono del tutto efficaci perchè, soprattuto in Veneto, esistono diversi tipi genetici di cimice asiatica che rispondono diversamente all’attrattiva del feromone.



Negli Stati Uniti sono in corso sperimentazioni per valutare l’attendibilità di soglie di cattura per indirizzare gli interventi fitosanitari; i primi risultati sono incoraggianti, ha evidenziato l’esponente di Agrea. Tra gli insetticidi, intanto, nessun prodotto ha mostrato un’efficacia al 100%; è in corso la valutazione di altre sostanze attive di origine naturale da parte della stessa Agrea in collaborazione con l’Università di Padova

Tosi si è soffermato su metodi alternativi che integrano diversi interventi nell'ottica del mantenimento della lotta integrata ed ha proseguito poi la carrellata con un ulteriore possibile baluardo, le reti antigrandine modificate o multifunzionali. Ancora in fase di studio, invece l’utilizzo di tecniche di lotta biologica attraverso predatori o parassiti. Per quanto riguarda gli insetti antagonisti di recente il Crea ha annunciato di aver individuato un imenottero, l’Ooencyrtus telonomicida, che “parassitizza” le uova della cimice asiatica. Tosi, in conclusione, ha consigliato di integrare i diversi metodi di difesa in quanto i trattamenti preventivi risultano inutili mentre quelli estintivi sono al momento inefficaci.

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