Kiwi, pericolo Psa anche in post raccolta

Studio piemontese avvisa: rischi in fase di conservazione

Kiwi, pericolo Psa anche in post raccolta
I danni che la batteriosi del kiwi (Pseudomonas syringae pv actinidiae, Psa) provoca all'interno dei frutteti sono noti. Meno conosciuti i danni che la stessa può provocare ai frutti apparentemente sani durante la frigoconservazione prima della commercializzazione. Uno studio congiunto condotto dall'Università di Torino e dall'Agrion di Cuneo, pubblicato sulla rivista Postharvest Biology and Technology ha dimostrato come il temibile batterio sia pericoloso anche nel post-raccolta.

L'esperimento, ripetuto per due anni di seguito, prevedeva analisi qualitative su campioni di actinidia sani e infettati da Psa, della varietà Hayward, durante la raccolta, dopo 90 giorni di conservazione e durante la vendita commerciale. I parametri presi in considerazione sono stati: durezza, contenuto in solidi solubile, contenuto in sostanza secca e quantitativo di calcio presente nei frutti alla raccolta. Inoltre è stata valuta l'incidenza della marcescenza causata dalla muffa grigia all'interno dei diversi campioni nel periodo post-raccolta.

I dati raccolti sono alquanto chiari. I frutti infettati dal batterio, durante la conservazione hanno presentato un'elevata incidenza della muffa grigia, a causa di bassi valori di acidità, contenuto in calcio e durezza, non controbilanciati da un incremento dei solidi solubili e della sostanza secca. In sostanza il processo di maturazione si è attivato velocemente senza essere arrestato dalle basse temperature.

Inoltre, va considerato come vi siano altri fattori che influiscono sulla tenuta dei frutti in post raccolta. In primis, le condizioni climatiche durante la coltivazione ed in secondo luogo le tecniche di conservazione in cella frigorifera. Non a caso l'utilizzo di 1-MCP e dell'atmosfera modificata riduce sensibilmente l'influenza del marciume.

È evidente come occorra porre la massima attenzione nei frutteti lievemente colpiti dalla batteriosi del kiwi in modo tale da conservarli in celle separate dai frutti sani per evitare danni irreparabili durante la commercializzazione.

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