Il punto sul mercato delle pere con Opera: «Va meglio, ma non basta»

Granata: l'insufficiente aggregazione frena la redditività

Il punto sul mercato delle pere con Opera: «Va meglio, ma non basta»
Italiafruit News ha intervistato Luca Granata, direttore del Consorzio Opera - che, costituito nel maggio 2015, aggrega circa il 27% della produzione italiana di pere - per conoscerne il punto di vista sull'attuale situazione di mercato. 

Ci può tracciare un bilancio del raccolto 2016 di Opera? 
“Il raccolto 2016 è stato inferiore in termini di quantità rispetto a quello del 2015, analogamente a quanto verificatosi in tutte le principali nazioni dell’Emisfero Nord in cui si coltivano pere, con riduzioni che vanno dal 5% al 20% in relazione alle diverse varietà e ai diversi areali produttivi. La qualità della frutta che abbiamo immagazzinato è invece in genere superiore a quella all’anno scorso: migliore distribuzione del raccolto tra le diverse pezzature, minore incidenza dei frutti di seconda categoria  ed un tenore zuccherino uguale o superiore a quello del 2015. Il periodo di raccolta ha inoltre goduto di condizioni meteo ideali e quindi i frutti sono perfettamente idonei per una lunga conservazione e consentiranno di servire i nostri clienti fino alla fine della primavera 2017”.

E le vendite come stanno andando? 
“Attualmente le nostre vendite indicano una crescita a doppia cifra sia a volume che a valore rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Anche i prezzi unitari di cessione sono migliori e l’outlook di medio termine è positivo in relazione al livello più limitato di giacenze di pere in Italia ed in Europa rispetto a 12 mesi fa. Tra pochissimo, inoltre, prenderà il via la nostra campagna pubblicitaria, la prima in assoluto a supporto della domanda di pere: riteniamo che contribuirà a sostenere le vendite dei nostri clienti”.


Vassoio “Poker Black Bottom”, una delle confezioni proposte da Opera per portare produzioni di qualità sulle tavole 


In definitiva siete soddisfatti? 
Assolutamente no. L’aumento percentuale medio dei prezzi di mercato rispetto all’anno scorso, per il momento, compensa a malapena la riduzione media di produzione per ettaro. Di conseguenza la produzione lorda vendibile media in euro per ettaro - unico parametro economico veramente rilevante per gli agricoltori – per i produttori di pere emiliano romagnoli, veneti e lombardi potrebbe risultare analoga a quella dell’anno scorso, quando è stata in media largamente inferiore ai costi di produzione, come peraltro succede da molti anni. Se così sarà, è probabile che il trend di riduzione della superficie coltivata a pero prosegua anche quest’anno. Dal nostro punto di vista, cioè dal punto di vista della produzione, crediamo quindi sia lecito non ritenersi soddisfatti della situazione attuale di mercato. E se in una regione come l’Emilia Romagna, che detiene il 65% della produzione di pere dell’Italia, a sua volta leader mondiale di produzione, non si riesce a generare reddito per i produttori di pere nemmeno in un’annata di offerta carente come questa, chiunque ha un ruolo in questo settore dovrebbe chiedersi se non sia giunto il tempo di modificare qualcosa a livello strutturale. Noi di Opera continuiamo a ritenere che l’insufficiente aggregazione dell’offerta di molti frutticoltori sia il principale ostacolo alla corretta valorizzazione della pera italiana. E la prova di ciò sta proprio nel fatto che senza un’aggregazione sufficientemente elevata - superiore al 50% della produzione- la maggior parte delle aziende agricole non riescono a fare reddito nemmeno in condizioni di mercato come quelle di quest’anno".

Aggregazione strada obbligata ma ancora tutta da percorrere, quindi… 
Meno organizzazioni e più organizzazione” è un motto che condividiamo pienamente e infatti le 18 aziende socie di Opera hanno cessato di agire individualmente e oggi si relazionano con il mercato come azienda unica. La nostra realtà continuerà a fare tutto ciò che potrà per andare in questa direzione. Ma non sono affatto certo che riusciremo in questo intento. Ciò dipenderà solo da quello che riterranno più giusto fare i produttori di pere ed i loro rappresentanti a tutti i livelli. Comunque noi continueremo a provarci, con tutta la determinazione e l’entusiasmo possibili”.

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