Popillia japonica, Lombardia e Piemonte in allerta

Polifaga, è considerata dannosa per cento colture

Popillia japonica, Lombardia e Piemonte in allerta
Nel Parco del Ticino, a due passi dall'Aeroporto Malpensa, il lavoro è frenetico per i tecnici del Servizio fitosanitario di Lombardia e Piemonte: bisogna contenere l'espansione di un nuovo insetto alieno, la Popillia japonica.

Della famiglia dei coleotteri, è originario dell'Asia orientale ed è stato avvistato per la prima volta nell'estate del 2014. La presenza della Popillia è particolarmente preoccupante se si considera che in tutti gli Stati Uniti, dove è arrivata all'inizio del secolo scorso, per tenerla sotto controllo e riparare ai danni causati si spendono circa 600 milioni di dollari l'anno.
In Piemonte e Lombardia, solo per il 2016, sono stati stanziati 2 milioni di euro per tutta l'attività di prevenzione, contenimento ed eventuale indennizzo per minori entrate o aumento di costi di produzione delle aziende agricole colpite.

"Le larve mangiano le radici delle graminacee determinando così la morte della pianta, gli adulti attaccano soprattutto le foglie e distruggono i fiori", ha spiegato Marco Boriani, entomologo dell'Ersaf Lombardia. Il focolaio nel Parco del Ticino è il primo per quanto riguarda tutta l'Europa continentale; al momento i comuni interessati sono una decina in Lombardia e sette in Piemonte, con epicentro nel comune di Oleggio.

La Popillia japonica è di piccole dimensioni ma, essendo polifaga, si nutre di tutto: negli Usa è stata segnalata su trecento specie vegetali, fra spontanee e coltivate, ed è considerata dannosa per cento piante. Nei due anni di monitoraggio in Italia sono stati segnalati danni rilevanti solo in Piemonte, sulle nettarine, ma ha attaccato anche vite, luppolo, soia, mais, noccioli, actinidia e pomodoro.

Il 16 marzo scorso è stato emanato un decreto con misure d'emergenza per contenere la diffusione dell'insetto: si tratta  di una specie da quarantena, il che significa che è elencato nelle normative internazionali ed è soggetto alla lotta obbligatoria.
E l'anno scorso sono stati catturati 8 milioni di esemplari in Piemonte e 1,4 in Lombardia. Per il 2016, ammesso che la stagione sia secca come nel 2015, si prevede una situazione sostanzialmente stabile in Piemonte, in crescita invece in Lombardia.

La popolazione della zona e soprattutto gli imprenditori agricoli sono stati allertati dall'Ersaf su come comportarsi. "In particolare sono stati coinvolti gli agricoltori che conducono prati stabili irrigati, lì c'è la maggior presenza di larve nel terreno – ha spiegato Mariangela Ciampitti, dell'Ersaf Lombardia - Hanno collaborato con noi durante la fase di trattamento con l'inoculo del fungo Metarhizium anisopliae distribuito proprio per contenere la popolazione delle larve".
Ora il pericolo è la diffusione passiva, tramite auto o camion. Importante è anche il fatto che i visitatori del Parco del Ticino non rimuovano le trappole come in diverse occasioni è accaduto.

"Per combattere gli adulti si utilizzano trattamenti con insetticidi e la cattura massale attuata con trappole. Esistono anche in Italia antagonisti naturali, imenotteri e ditteri, sono efficaci ma la loro efficacia si evidenzia quando le popolazioni sono stabili in un territorio - ha detto ancora Marco Boriani - In Italia queste specie per il momento non si sono ancora accorte della presenza della Popillia. In ogni caso, i soli parassitoidi non riuscirebbero a controllare l'insetto".

Sia in Lombardia che in Piemonte il Servizio fitosanitario sta operando con catture tramite trappole e attuando anche controlli in tutti i vivai sia delle zone infestate sia di quelle considerate tampone.
 
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Fonte: Agronotizie

Autore: Barbara Righini