Con Cso Italia una nuova strategia per l'export. Entra anche Italmercati

L’annuncio del presidente Bruni all’assemblea annuale

Con Cso Italia una nuova strategia per l'export. Entra anche Italmercati
La filiera ortofrutticola fa quadrato e venerdì 22 aprile, a Ferrara, alla presenza dei principali rappresentanti e delle istituzioni del settore, il Centro servizi ortofrutticoli (Cso) ha annunciato la messa in campo di nuove strategie per affrontare le future sfide di mercato, soprattutto in chiave d'export. Obiettivi che saranno perseguiti anche con una nuova denominazione del Centro, mutuato formalmente con atto notarile in "Cso Italia". Seconda novità, l’ingresso nel Consiglio di amministrazione di Italmercati, che permetterà ancora di più al Cso di proporsi come tavolo di filiera.

"Il Cso - ha dichiarato il presidente (riconfermato), Paolo Bruni - è una realtà unica in Italia che associa 65 imprese tra produzione e filiera con le quali si attuano progetti e strategie per la crescita e lo sviluppo del settore. Oggi abbiamo riunito importanti protagonisti e istituzioni del comparto e, insieme, abbiamo condiviso le necessità e le strategie più urgenti per il settore". Che per le aziende italiane sono sempre le stesse, vale a dire innovazione, internazionalizzazione e aggregazione. Non dimentichiamo, poi, razionalizzazione della logistica e una voce univoca che chieda infrastrutture e investimenti in sostenibilità. “Il nostro settore è, o deve essere per sua natura intrinseca, fortemente orientato alla sostenibilità – ha detto Bruni - perché è un settore che più di ogni altro è legato ai ritmi e alle regole dalla natura. Dobbiamo trasformare questa caratteristica in un valore per i produttori, per le imprese di filiera e per i consumatori di tutto il mondo".

Operazione che in parte la Regione Veneto sta già portando avanti con la certificazione Biodiversity Friend, ha ricordato Veronica Bertoldo dell’Ufficio associazionismo agricolo.

Ma, tornando alle tre parole d’ordine per il settore, gli interventi che si sono succeduti hanno di nuovo segnalato le criticità che il settore dovrà superare per diventare finalmente competitivo. E così, Davide Vernocchi, coordinatore del Settore Ortofrutticolo dell’Alleanza Cooperative Italiane/Agroalimentare, ha da un lato elogiato la validità del sistema aggregato emiliano romagnolo ma, dall’altro lato, avvisato sui rischi che l’Italia corre con il nuovo atto delegato Ocm Ortofrutta in attesa di approvazione.

Marco Salvi, presidente di Fruitimprese, ha invece insistito sulla necessità di una Cabina di regia comune per l’export (“O rimaniamo una colonna portante del sistema agroalimentare, o dobbiamo rassegnarci a diventare una grande nicchia”). Mentre Angelo Benedetti, coordinatore uscente delle Imprese di Filiera del Cso (sostituito da Roberto Graziani), ha sottolineato come, per essere competitivi serva (anche) fare meglio degli altri.



Il Direttore generale del Ministero delle Politiche agricole, Felice Assenza, ha evidenziato la crescente importanza degli accordi bilaterali con Paesi Terzi strategici per l’export italiano senza trascurare l’esigenza di un corretto bilanciamento che dovrà evitare problemi di concorrenza, soprattutto riguardo ai Paesi del Bacino del Mediterraneo.

L'ortofrutta, insieme al vitivinicolo, rimane uno dei pochi settori per il quale l'Unione Europea continua a garantire un supporto specifico, attraverso l'Ocm e, secondo Assenza, è importante continuare a mantenere questa specificità a tutela di un settore che oggi rappresenta uno dei fiori all’occhiello dell’export agroalimentare e del Made in Italy.

L’assessore all’Agricoltura dell’Emilia Romagna, Simona Caselli, ha invece portato i numeri del grande impegno della sua Regione. A cominciare dal Programma di sviluppo rurale 2014-2020 che ha già messo a disposizione 83,5 milioni di euro che, con il cofinanziamento, movimenteranno 200 milioni. Una scelta ben precisa, orientata al sostegno della redditività, puntando sull’ammodernamento dei processi produttivi e sulle produzioni di qualità. Al centro anche gli investimenti sulla ricerca e l’innovazione: per i sette anni della nuova programmazione saranno disponibili oltre 50 milioni di euro, attraverso i Gruppi operativi per l’innovazione. Più in generale, tutto il sistema della conoscenza potrà contare su oltre 90 milioni. Vanno poi considerate le risorse dell’Ocm Ortofrutta, che solo per il 2015 ammontano a oltre 73 milioni di euro.

Il nuovo Consiglio di amministrazione del Cso è composto da 21 consiglieri. Insieme al presidente Paolo Bruni, sono confermati  i vice, Carlo Manzo, di Ortofruit Italia, e Cesare Bellò, di Opo Veneto.

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