Embargo russo, tra speranze e docce gelate

In Russia, per la prima volta dall'avvio delle sanzioni, si abbassano i prezzi degli ortofrutticoli

Embargo russo, tra speranze e docce gelate

Segnali contrastanti in uno scenario geopolitico in continua evoluzione. Alcune mosse fanno sperare in una risoluzione anticipata delle sanzioni occidentali contro la Russia di Putin, e quindi in uno stop dell'embargo sui prodotti ortofrutticoli dettato da Mosca, ma poi arrivano dichiarazioni che gelano i produttori italiani ed europei.

L'Ucraina fa pressioni sull'Unione Europea affinché continui a mantenere le sanzioni nei confronti della Russia. Ufficialmente il dossier verrà ripreso in esame a luglio, ma le diplomazie sono al lavoro da tempo e c'è chi sta premendo per mettere fine al braccio di ferro con il Cremlino.

Non certo la Germania, il cui export verso est non è certo fatto di agroalimentare. Ma Ungheria, Lituania, Grecia, Bulgaria e anche l'Italia stanno costruendo un fronte (non ancora comune) per cancellare le sanzioni e tornare a esportare in Russia.

Anche a Mosca si parla dell'embargo, ma qui i produttori ortofrutticoli e gli allevatori temono che venga rimosso. Negli ultimi due anni sono stati protagonisti di un processo di sostituzione dei prodotti prima importati sostenuti da incentivi statali e da un mercato drogato. Riaprendo le frontiere commerciali temono vendite in picchiata per le produzioni russe.

Putin, nella maratona televisiva della scorsa settimana in cui ha risposto alle domande dei cittadini (quasi quattro ore di trasmissione per 80 quesiti), è stato sollecitato anche sul tema dell'embargo. “Non credo che in un prossimo futuro l'Occidente revocherà le sanzioni contro la Russia, anche se gli accordi di Minsk verranno attuati”, ha detto il leader russo. “Quindi noi terremo le restrizioni sull'accesso dei loro prodotti nel nostro mercato alimentare. Se sono abbastanza intelligenti revocheranno le sanzioni, è un loro interesse. Da parte nostra vediamo come i nostri agricoltori stiano guadagnando slancio nella produzione di latte, carne, frutta e verdura”.

E a marzo, secondo le rilevazioni della Banca di Russia, i prezzi dell'ortofrutta nella Federazione sono scesi del'1,3% rispetto a febbraio e del 5,1% sullo stesso mese dell'anno scorso. L'abbassamento dei prezzi, spiega la Banca centrale russa, è dovuto a una maggiore offerta di prodotti nazionali (verdure e patate), a una generale tendenza al ribasso delle quotazioni dei prodotti agricoli a livello globale e alle previsioni favorevoli per il raccolto in Russia.

Nel 2015 la produzione di ortaggi in Russia, secondo i dati del Ministero dell'Agricoltura, è cresciuta del 4% arrivando a 16,1 milioni di tonnellate (comprese le 750mila tonnellate degli ortaggi in serra); mentre l'importazione di prodotti ortofrutticoli è diminuita del 15% arrivando a 2,6 milioni di tonnellate.


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