Agrumi: la Florida testa gli Ogm contro il Citrus greening

Obiettivo: creare piante resistenti anche a black spot e cancro batterico. Ricercatori ottimisti

Agrumi: la Florida testa gli Ogm contro il Citrus greening
Dalla Florida potrebbero arrivare in futuro piante di agrumi Ogm in grado di resistere al Citrus Greening (clicca qui per approfondire). I ricercatori della University of Florida's Institute of Food and Agricultural Sciences hanno recentemente dichiarato di essere al lavoro per la creazione di modelli di ingegneria genetica in grado di conferire alle piante di agrumi le sperate caratteristiche di resistenza.

Resistenza non solo al Citrus Greening

Come riportano alcune testate specializzate, tra cui Eurofruit, i ricercatori avrebbero isolato un gene da piante del genere Arabidopsis per ottenere nuovi individui, che hanno dimostrato di essere resistenti non solo al Citrus Greening, ma anche ad altre malattie come Black Spot (Guignardia citricarpa) e cancro batterico degli agrumi (Xanthomonas axonopodis). Alcuni di questi alberi, addirittura, hanno resistito senza alcun contagio per ben 36 mesi dopo il trapianto in un campo sperimentale pieno di piante infettate.

Come riferisce Jude Grasser, Professore presso la University of Florida, l'utilizzo di metodi convenzionali per la gestione della malattia risulterebbe troppo dispendioso e con scarsi risultati nel breve-medio periodo a causa del lungo stadio giovanile che le piante di agrumi solitamente affrontano e che può variare dai 4 ai 12 anni. "Il miglioramento delle piante di agrumi in questo senso è decisamente più veloce con l'ingegneria genetica".

Nel loro studio i ricercatori della Florida hanno utilizzato le varietà Hamlin e Valencia, nelle quali è stato attivato un processo di resistenza acquisita per via sistemica (Sar -  Systemic Acquired Resistance), che stimola la protezione di proteine anti-patogene. Il tutto utilizzando il gene proveniente da Arabidopsis.

Le fasi dello studio: serra, campo aperto e monitoraggio semestrale

In un primo momento, gli alberi in questione sono stati deposti in una serra, in cui erano costantemente a contatto con individui infetti. Durante il periodo in serra, gli alberi venivano continuamente potati e concimati, in modo da stimolarne il più possibile lo sviluppo vegetativo. Ogni sei mesi, per due anni, venivano effettuati dei test sugli alberi per verificare un eventuale contagio. Il 45% di essi hanno dato esito negativo.

Successivamente, le linee risultate resistenti sono state clonate e trapiantate in un campo aperto in cui il 90% degli alberi presenti era già infetto dalla batteriosi Citrus Greening. Anche qui sono avvenuti dei test semestrali per 3 anni, i cui risultati hanno evidenziato tre linee in grado di resistere rispettivamente 24, 30 e 36 mesi, durante i quali lo sviluppo vegetativo rimaneva più che soddisfacente.

Considerando questi risultati, i ricercatori della Florida adesso puntano a portare il loro test anche su varietà commercializzabili. Tuttavia questo passaggio richiederà diversi anni.

La ricerca in Florida si attiva per salvare un'industra da 10 miliardi di dollari

La Florida è da molto tempo attiva nella ricerca per contrastare le malattie degli agrumi, avendo rilevato a presenza dell'insetto vettore del Citrus Greening (Psillide Diaphorina Citri) già nel 2005. Come riporta Futurify, l'industria agrumicola locale vale circa 10 miliardi di dollari ed è comprensibile che ci sia massima attenzione intorno alle problematiche fitosanitarie. Lo scorso inverno, infatti, la stessa università aveva sviluppato un sensore portatile in grado indentificare direttamente in campo gli alberi infetti, indagando sull'alterazione della luce riflessa dalle foglie a causa all'aumento della produzione di amidi (clicca qui approfondire).

Traduzione ed adattamento a cura di Italiafruit News.