Parla italiano la prima vertical farm acquaponica al mondo

Dalla passione di un giovane ingegnere nasce il primo prototipo per orticole e pesci: intervista

Parla italiano la prima vertical farm acquaponica al mondo
Matteo Benvenuti è un giovane ingegnere progettista, che dopo aver vinto una Borsa di Studio dalla Regione Umbria e con il supporto dell'Università di Perugia e di alcuni colleghi, ha deciso di progettare e realizzare il primo prototipo di vertical farm acquaponica. La tecnologia  acquaponica unisce le conoscenze dell'idroponica nella coltivazione di specie orticole all'allevamento di pesci; il tutto nella stessa struttura.


Il prototipo

"L'acquaponica mi ha permesso di creare un sistema a ciclo chiuso che consente di risparmiare acqua, di ottimizzare le risorse impiegate e di ridurre sensibilmente i rifiuti emessi - spiega in esclusiva ad Italiafruit News l'Ing. Benvenuti -. Il prototipo che ho realizzato (in foto) è una torre circolare, alta 5 metri e occupa una superficie di 4 mq. La struttura mira all'autosufficienza energetica ed è dotata di un impianto ibrido-eolico ad accumulo in batteria che permette la quasi completa autonomia dell'impianto".


Particolare della struttura

La struttura consente di coltivare contemporaneamente 400 piante e allevare 10 kg di pesce di acqua dolce come carpe, pesci rossi o pesci gatto. "Al momento, stiamo testando la coltivazione di orticole da foglia, in prevalenza insalata e di fragole ma pensiamo nel prossimo futuro di allargare la sperimentazione alle piante aromatiche. L'utilizzo della piattaforma Arduino permette di controllare alcuni parametri vitali (ph, conducibilità elettrica e temperatura dell'acqua) non solo per le piante ma anche per i pesci allevati in vasca e per i batteri che garantiscono la degradazione delle feci. In particolare, è determinante che il ph dell'acqua in circolo nel sistema sia sempre intorno a 7".

Continua Benvenuti: "Il prototipo è per definizione imperfetto ma permette di raccogliere numerosi dati e informazioni che garantiranno di migliorarne l'efficienza nel prossimo futuro. Sistemi del genere possono essere utilizzati per sfruttare aree dismesse o abbandonate delle città come vecchi capannoni, riducendo i costi di impianto e valorizzando l'esistente".

"Quello che faremo è creare prototipi di dimensioni diverse che possano adattarsi al meglio alle esigenze degli utilizzatori. Il sogno è creare una «Smart Grid Agroalimentare» che affianchi l'approvvigionamento di ortofrutta tradizionale delle grandi città", auspica in conclusione Benvenuti.

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