Scatta la campagna di promozione delle pesche, ma il budget è zero

Coinvolti Gdo e grossisti. Battelli: crisi strutturale. Ferri: organizzazione carente. Martina: buona iniziativa

Scatta la campagna di promozione delle pesche, ma il budget è zero
Venerdì a Expo 2015, presso l'area lounge del Mipaaf, l'Organizzazione Interprofessionale Ortofrutta Italia ha presentato la seconda campagna italiana di promozione e comunicazione di sistema a sostegno dei consumi di pesche e nettarine. Ed è proprio la stagionalità, insieme alla identità territoriale e alla qualità organolettica uno dei temi chiave della campagna, che costituisce una sorta di format replicabile anche nei prossimi anni e per altri prodotti.

«La crisi della pesca è ormai organica e strutturale – ha affermato Nazario Battelli, presidente dell'organizzazione interprofessionale – si sono rivelati inapplicabili gli accordi che tendono alla riduzione della quantità, per puntare invece sulla qualità, perché il mercato è molto aperto e c'è il timore di dare troppo spazio ai competitor spagnoli. Su questo mi sento di eccepire perché le statistiche degli ultimi anni vedono una importazione di pesche e nettarine, seppure in aumento, mai sopra al 5-6% nel periodo estivo».


Nazario Battelli

Per la campagna, è stata scelta la formula della comunicazione di prodotto generica, che verrà utilizzata (sempre con il patrocino del Mipaaf) anche in settembre/ottobre per l'uva da tavola. «In altri Paesi, come la Francia – ha proseguito - questo tipo di campagne, non di marca, ma di prodotto, danno risultati se condotte con una certa sistematicità e con un qualche risorsa». Purtroppo questa iniziativa è a zero budget, ma può contare sul patrocinio ministeriale, vi hanno aderito non solo le principali catene della distribuzione moderna, ma anche gli operatori grossisti del Mercato agroalimentare, che hanno scelto dei negozi specializzati nei centri storici cittadini per portare avanti questo messaggio e raggiungere il maggior bacino possibile.

L'augurio è che si possano trovare delle risorse economiche «sia pubbliche – ha sottolineato Battelli - che interne alla filiera stessa, come oggi è reso possibile dalla trasformazione in Legge del DL 51/2015, per azioni di promozione collettiva che possano recapitare innovativi messaggi sul valore del consumo di ortofrutta per i cittadini e per l'economia del nostro Paese, magari razionalizzando e rendendo più efficace quanto oggi è disperso in mille diverse iniziative».

A Gabriele Ferri, Coordinatore del Comitato Pesche e Nettarine di Ortofrutta Italia, è spettato il compito di fare il punto sulla situazione di crisi che investe il prodotto: «Il fatto di tornare sul mercato con questa campagna è importante – ha affermato - soprattutto perché è stata l'unica iniziativa accolta dai partner distributivi pur essendo a zero risorse. La produzione di pesche, nettarine e percoche in Europa nel 2015 è del tutto simile a quella della precedente annata anzi a fine stagione troveremo forse una leggera diminuzione. Un fatto negativo è che per la prima volta Spagna e Italia hanno la stessa quantità di prodotto da commercializzare, circa 1.400.000 tonnellate».


Gabriele Ferri

Se l'Emilia Romagna è ancora la prima regione per superfici produttive (che però si stanno riducendo) cresce il peso del sud, con aree importanti in Campania, Sicilia, Puglia e Basilicata, dove si registrano segnali di crescita, anche grazie alle condizioni meteo favorevoli.

«Quest'anno il settore non ha scuse – ha sostenuto Ferri – ci sono tutte le condizioni per avere buoni risultati: il gusto è ottimo (da 1 a 2 punti di grado rifrattometrico in più rispetto agli scorsi anni), il colore anche e il prodotto che si conserva in modo ottimale. Continua forse a mancare una certa organizzazione e credo che su questo si debba lavorare».

Quanto ai consumi, nel nostro Paese sono stabili su 160.000-165.000 tonnellate/anno, pari a circa 6 kg procapite, un quantità importante. «Siamo tra i Paesi europei che consumano più pesche – ha spiegato - se altri Stati come la Germania o il Regno Unito arrivassero a questi quantitativi (ora i consumi sono circa 2 kg a testa) la produzione europea non sarebbe sufficiente a soddisfare la domanda. Dobbiamo lavorare su queste aree per modificare l'andamento il settore. Servono però risorse che non devono essere gestite in maniera frammentata. La Gd sta vendendo il prodotto a prezzi equi (tra 1,50 a 1,99 al pubblico) ma purtroppo quello che ancora non è corretto è la remunerazione dei frutticoltori e per questo la produzione si sta riducendo a scapito non solo del settore: l'indotto creato dal 1.400.000 tonnellate di pesche prodotte in Italia è paragonabile, se non superiore, a quello delle grandi industrie italiane e non possiamo permetterci di perderlo».

I produttori possono contare sul sostegno del settore distributivo. «Crediamo che queste campagne – ha commentato Marco Pagani, vice presidente di Ortofrutta Italia, in rappresentanza della grande distribuzione organizzata – possano aiutare il settore a sviluppare i consumi e a dare informazioni ai consumatori. Già lo scorso anno vi hanno aderito tutte le principali insegne distributive, per oltre 2.500 pdv, e quest'anno si è registrata da subito grande attenzione alla campagna: molte catene hanno già avviato le iniziative e altre a giorni vi aderiranno. Oggi gli indicatori economici parlano di un mercato a livello zero: Pil a 0,1, consumi a 0,3 occupazione stabile, inflazione a 0,1. Qualche anno fa potevano essere indicatori negativi, oggi sono positivi, perché lo scorso anno erano tutti in terreno negativo... Spero che anche iniziative come questa possano contribuire alla crescita del mercato e dei consumi di frutta fresca di qualità».


Marco Pagani

Era atteso, ma non ha potuto intervenire all'incontro, trattenuto a Roma da un Consiglio dei Ministri, il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Maurizio Martina, che ha comunque voluto lasciare una dichiarazione: «Nelle prossime settimane – ha trasmesso ai partecipanti - sarà più facile riconoscere nei punti vendita le pesche e le nettarine italiane di qualità. Grazie a un'iniziativa importante che valorizza le nostre produzioni, troppo spesso soggette a crisi come quella determinata dall'embargo russo. Su questo fronte stiamo lavorando anche in Europa e proprio ieri (giovedi, ndr) a Bruxelles è stato presentato il progetto di regolamento europeo per nuovi aiuti a favore del settore. Per il nostro Paese è previsto un plafond di ritiri complessivo di circa 50 mila tonnellate di prodotto e nel piano entrano, su nostra richiesta, anche le pesche e le nettarine. Parliamo di 9.200 tonnellate, che potranno essere ritirate dal mercato e destinate anche al sostegno agli indigenti. Vogliamo sostenere con forza il comparto ortofrutticolo italiano che vale 12 miliardi di euro, con la priorità di tutelare il reddito degli agricoltori. In quest'ottica, il lavoro dell'Organizzazione Interprofessionale per favorire l'aggregazione dell'offerta e contribuire a iniziative di comunicazione come quella presentata oggi rappresenta uno strumento strategico d'azione".



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