Fragole, Asso Fruit: prezzi in linea con il 2014

Nicodemo: ottimisti dopo le flessione di aprile. Aggregazione e qualità necessari per la Gdo

Fragole, Asso Fruit: prezzi in linea con il 2014
Volumi, qualità, regole sull'utilizzo dei principi attivi, prezzi, scenario internazionale, marketing, rapporti con la Gdo: Italiafruit News fa il punto a tutto tondo sulla fragola con Francesco Nicodemo, presidente di Asso Fruit Italia e coordinatore del Comitato di prodotto nell'organismo interprofessionale Ortofrutta Italia. Ecco cosa ci ha detto.

Quali le tendenze e le novità dal punto di vista varietale in casa Asso Fruit Italia?
“La Candonga Fragola Top Quality prodotta dagli associati Asso Fruit Italia rappresenta il core business quanto a fragolicoltura; come noto nell'areale Metapontino ci sono tutte le condizioni pedoclimatiche che favoriscono lo sviluppo di quella varietà. Il nostro impegno è costante sul fronte della qualità e va dalla fase preparatoria dei campi che di anno in anno ospiteranno i trapianti, passa dalla razionalizzazione delle risorse produttive e l'abbattimento delle immissioni di Co2 - la nostra filiale commerciale Frutthera Srl ha conseguito la certificazione Carbon Footprint - e riguarda infine la promozione del prodotto sui mercati valorizzando la fragola e i territori in cui è prodotta. Voglio ricordare che le nostre partecipazioni agli eventi internazionali e nazionali, come Fruit Logistica e Fuit Innovation, che ci vedrà presenti a Milano dal 20 al 22 maggio, hanno sempre l'obiettivo, affatto secondario, di promuovere il territorio attraverso l'ortofrutta e le sue eccellenze. Quanto alle altre varietà, stiamo cercando soluzioni efficaci per allungare la stagione produttiva, quindi al vaglio ci sono gli impianti di varietà che ci offrano la possibilità di essere presenti sui mercati nei periodi che vanno da novembre a febbraio e da giugno a luglio".

Quali le caratteristiche quantitative e qualitative?
“La raccolta è stata avviata a febbraio-marzo, volumi e quantitativi sono in aumento. Il dato testimonia come mentre nel resto d'Italia ci sono stati cali produttivi rispetto alle fragole, in Basilicata invece c'è un aumento; siamo passati, come Op, da 170 ettari circa (68.000 quintali) del 2014 a 180 ettari circa (72.000 quintali stimati) del 2015.  Ottima la qualità, forma conica regolare, colore brillante elevato grado Brix, ben oltre i requisiti minimi richiesti dalla Gdo e shelf life eccellente. 

E per quanto concerne la campagna commerciale qual è, fin qui, il bilancio? I prezzi sono soddisfacenti?
“La campagna commerciale è entrata nel vivo già a febbraio-marzo quando arrivano le prime fragole. In realtà con i contatti commerciali, siano essi consolidati che più recenti, intratteniamo rapporti costanti fondati sulla lealtà e le buone pratiche. Quanto ai prezzi, non ci discostiamo molto dai livelli dell'anno scorso. Nelle settimane precedenti, dal 15 al 25 aprile rispetto all'ultimo periodo (prima decina di maggio) abbiamo riscontrato una importante contrazione dei prezzi, tuttavia  siamo convinti che la qualità che esprimiamo quotidianamente sia sempre vincente e comunque remunerativa, pertanto abbiamo validi motivi per essere ottimisti. L'accoglienza delle catene distributive è buona, i prodotti dei nostri associati si fanno rispettare sui mercati perché sono di alto valore. E come dicevo la qualità ripaga sempre gli sforzi. Certo, è un settore che non offre mai certezze, i prezzi possono essere variabili – nei mercati generali -  ma ciò non ci ha mai distratti dal nostro obiettivo che è quello di offrire al consumatore solo il meglio. E i risultati ci danno ragione nonostante i periodi di caduta dei prezzi che, come detto, non mancano”.   




Lo scenario internazionale resta complesso e competitivo...
“Con i competitor esteri manteniamo rapporti di collaborazione e cerchiamo sempre il confronto. Il nostro auspicio, già manifestato in consessi autorevoli come il Gruppo di Contatto che si è riunito a Huelva in Spagna, è che ci siano regole possibilmente uguali per tutti anche nella gestione del ricorso ai principi attivi da usare nella produzione. In Italia, come è noto, abbiamo regole ferree e lo stesso esigiamo che facciano gli altri Paesi. Solo così si assicura il giusto prezzo e soprattutto si fa l'interesse supremo del consumatore che è quello di avere un prodotto salubre al giusto prezzo. Non marginale poi la difesa dell'origine: in Italia è necessario attuare tutte le misure per evitare la naturalizzazione di prodotti che non sono di origine italiana. La tutela del vero made in Italy, già all'interno dei confini nazionali, dev'essere un obiettivo comune che impegna tutti gli attori”.

Promozione e marketing: quali strategie per valorizzare le vostre fragole?
“Per valorizzare la fragola abbiamo adottato diverse strategie off line e on line. Quanto a quest'ultimo aspetto, nell'ultimo anno e mezzo abbiamo di molto migliorato la comunicazione attraverso internet, dai siti ai profili social sempre aggiornati. In questo modo accorciamo le distanze e favoriamo la circolazione di informazioni sia con i produttori che con i consumatori. Abbiamo attivo, come Op, anche il servizio newsletter a cui è possibile iscriversi o attraverso la nostra pagina Like ufficiale su facebook o il sito aziendale che è in avanzata fase di ristrutturazione. Quanto alle strategie off line, siamo presenti nelle vetrine fieristiche internazionali e nazionali più prestigiose, da Berlino a Milano, solo per fare alcuni esempi. Rispetto alla Candonga Fragola Top Quality, molte aziende Asso Fruit Italia hanno deciso di aderire al Club Candonga che è la società consortile che ha lo scopo di valorizzare e difendere l'origine del prodotto e del marchio. La strategia, condivisa e lungimirante, sta dando ottimi riscontri”.

Fragole e Gdo: condividete quanto asserito nei giorni scorsi da Salvi e Suriano alla nostra testata, secondo cui la grande distribuzione relega ispesso l prodotto a comodità? Come se ne esce?
“La Gdo molto spesso obbedisce a logiche numeriche, quindi fredde, che non tengono conto della passione e delle ambizioni dei produttori e dei territori che attraverso le produzioni agricole cercano il riscatto. E' compito dei produttori agire con intelligenza, puntando sull'aggregazione e sulla qualità: questo il binomio vincente per essere interlocutori autorevoli della Gdo e avviare quei percorsi condivisi che assicurino soddisfazione a chi produce e garantiscano il consumatore che non  deve essere considerato il mero destinatario finale di 'comodità'. Penso che la Gdo non sia un'astrazione, è fatta da persone che vogliono interlocutori unici e rappresentativi di realtà organizzate e strutturate che esprimano eccellenza. Si lavori in questo senso. Fra le proposte possibili, valga a titolo d'esempio, quella dell'impegno da parte della Grande distribuzione di valorizzare e invogliare il consumo dei prodotti italiani dal mese di aprile. Nessuna logica di chiusura, si vada però nella direzione  del rispetto delle regole e della valorizzazione delle fragole italiane nostre, come a parti inverse accade in molti Paesi esteri”.

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