Norme e diari anti-spreco per salvare la frutta invenduta

Nell'anno dell'Expo si intensifica l'impegno per ridurre gli scarti. A Londra apre Community Shop

Norme e diari anti-spreco per salvare la frutta invenduta
Papa Francesco l’ha definito il paradosso dell’abbondanza: “c’è cibo per tutti - ha detto nel suo videomessaggio all’Expo delle Idee del 7 febbraio - ma non tutti possono mangiare, mentre lo spreco, lo scarto, il consumo eccessivo e l'uso di alimenti per altri fini sono davanti ai nostri occhi".

Un problema molto sentito nel settore ortofrutticolo, vista l’elevata deperibilità dei prodotti. Qualcosa però si muove. Il presidente di Last Minute Market Andrea Segrè (in foto) coordinatore del comitato tecnico scientifico attivato dal Ministero dell’Ambiente per la prevenzione dei rifiuti e dello spreco di cibo ha annunciato nei giorni scorsi che è finalmente in vista la semplificazione normativa per gli alimenti invenduti: “Sarà una pietra miliare sul versante della lotta allo spreco alimentare perché consentirà finalmente di favorire e incentivare la donazione delle eccedenze e dei prodotti alimentari invenduti lungo la filiera attraverso la semplificazione, razionalizzazione e armonizzazione del quadro di riferimento – procedurale, fiscale, igienico-sanitario – che disciplina il settore”.  Ci saranno novità già nel 2015, anno dell’Expo?

Diario anti-spreco per un monitoraggio scientifico

Giovedì 5 febbraio intanto ha preso il via la nuova iniziativa promossa da Last Minute Market e dalla campagna europea “Un anno contro lo spreco” con il Distal dell’Università di Bologna: il diario domestico dello spreco alimentare. Un campione rappresentativo di famiglie italiane - ha spiegato sempre Segrè - sarà impegnato nel monitoraggio scientifico del cibo sprecato. Per la prima volta, quindi, gli italiani conteggeranno il loro spreco effettivo, anzichè la loro percezione. Sulla scia di quanto già avviene nei Paesi britannici, lo studio consentirà di capire quali prodotti alimentari sono oggetto di spreco all’interno dei nuclei domestici italiani, e perché, completando i dati già monitorati nel tempo dall’Osservatorio nazionale Waste Watcher.

Il diario, promosso in collaborazione con Decanter Radio2 Rai registra anche il cibo smaltito attraverso gli scarichi domestici (latte, succhi di frutta o caffè avanzato che si getta nel lavandino) o dato da mangiare agli animali domestici.

L’esperimento sarà realizzato in una settimana calendarizzata nel mese di aprile 2015 e offrirà indicazioni chiare sull’intervento da realizzare per ridurre gli sprechi domestici, sia nel contesto di una campagna mirata di comunicazione, che nell’impostazione di un dialogo efficace con gli stakeholder.  I dati saranno presentati il 5 giugno, nella Giornata mondiale dell’Ambiente.

Secondo Coldiretti, sei italiani su dieci hanno diminuito o annullato gli sprechi domestici nel 2014, complice la crisi: il 75% fa la spesa più attentamente, il 56% utilizza gli avanzi nel pasto successivo, il 37 riduce le quantità acquistate, il 34% guarda con più attenzione la data di scadenza e l'11% dona in beneficenza.

A Londra apre Community shop, supermercato sociale

All’estero, intanto, si fa sul serio. In un quartiere di Londra è stato aperto Community Shop, il primo supermercato sociale della metropoli. Il core business, come scrive Gdoweek.it, consiste nel ritirare i prodotti ancora commestibili della distribuzione moderna, quelli destinati a essere buttati definitivamente in pattumiera e discarica, e rivenderli a persone in difficoltà e bisognosi, con sconti fino al 70%.

In sostanza, sugli scaffali di Community Shop si trova di tutto: dagli alimenti confezionati a frutta e verdura fresca, tutti provenienti dalle maggiori insegne inglesi tra cui Tesco, Asda e Marks&Spencer, che hanno aderito  all'iniziativa, che sta raccogliendo consensi. Sono previste altre 20 aperture, per aiutare a regime oltre 50 mila famiglie.

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