Sostenibilità
Marciume lenticellare sulle mele? 1-MCP e termoterapia
La ricerca prova alternative ai fungicidi. Sintomi evidenti solo in conservazione
Il marciume lenticellare è una malattia crittogamica che attacca le pomacee nel post raccolta, specialmente le mele. Il fungo responsabile, Neofabrea alba, colpisce quando il frutto è ancora sull'albero, rimane latente durante la conservazione e si manifesta con la sua sintomatologia solo al raggiungimento di un discreto livello di maturazione del frutto stesso. Per controllare questa alterazione, la ricerca sta sperimentando ultimamente trattamenti con 1-MCP o termoterapia.
La Gleosporiosi, comunemente nota come marciume lenticellare, colpisce principalmente le mele che si trovano nelle pianure umide. Le varietà più suscettibili sono Golden Delicious, Red Delicious e Pink Lady, sulle quali i danni possono raggiungere anche il 25% dei frutti. A volte è possibile riscontrare questa malattia anche in alcune varietà di pere, come Kaiser e Conference.
Il marciume lenticellare può presentarsi anche su pere Conference
Il marciume è causato dal fungo saprofita Neofabrea alba (precedentemente noto come Gleosporium album), che si insedia su tessuti vegetali morti, frutti caduti e ferite di potatura. Successivamente sviluppa i suoi corpi fruttiferi, che vengono dilavati da rugiada, nebbia o pioggia e veicolati sulle lenticelle dei frutti. Le mele raccolte non mostreranno alcuna alterazione in apparenza e verranno quindi sistemate nelle celle di conservazione, pur avendo all'interno un'infezione latente.
Quando il frutto in conservazione avrà raggiunto un determinato livello di maturazione, la malattia si manifesterà con sintomi abbastanza caratteristici:
Un secondo metodo, infine, è la termoterapia, ovvero il trattamento dei frutti con acqua calda (massimo 45°C) per circa 10 minuti. L'effetto è quello di danneggiare i corpi fruttiferi del fungo presenti nelle zone superficiali del frutto.
La Gleosporiosi, comunemente nota come marciume lenticellare, colpisce principalmente le mele che si trovano nelle pianure umide. Le varietà più suscettibili sono Golden Delicious, Red Delicious e Pink Lady, sulle quali i danni possono raggiungere anche il 25% dei frutti. A volte è possibile riscontrare questa malattia anche in alcune varietà di pere, come Kaiser e Conference.
Il marciume lenticellare può presentarsi anche su pere Conference
L'infezione è latente, invisibile alla raccolta
L'infezione avviene principalmente 4-6 settimane prima della raccolta, aiutata da climi particolarmente umidi e piovosi. Dovranno poi trascorrere almeno 3-4 settimane di conservazione refrigerata affinché la sintomatologia si manifesti.Il marciume è causato dal fungo saprofita Neofabrea alba (precedentemente noto come Gleosporium album), che si insedia su tessuti vegetali morti, frutti caduti e ferite di potatura. Successivamente sviluppa i suoi corpi fruttiferi, che vengono dilavati da rugiada, nebbia o pioggia e veicolati sulle lenticelle dei frutti. Le mele raccolte non mostreranno alcuna alterazione in apparenza e verranno quindi sistemate nelle celle di conservazione, pur avendo all'interno un'infezione latente.
Solo durante la conservazione si manifestano i sintomi
Quando il frutto in conservazione avrà raggiunto un determinato livello di maturazione, la malattia si manifesterà con sintomi abbastanza caratteristici:- all'esterno del frutto: in corrispondenza di lenticelle più chiare, macchie circolari marroni che possono confluire in aree più ampie (2-4 cm di diametro);
- all'interno del frutto: la polpa risulta molle e dal color bruno chiaro, con un marciume a cuneo in direzione dei semi.
Il marciume lenticellare attacca le mele durante la conservazione
La sperimentazione: 1-MCP e termoterapia
La gestione tradizionale della malattia si era basata fino ad ora su trattamenti fungicidi nella finestra tra raccolta e conservazione, ma il rischio di resistenze del fungo e la presenza di residui anticrittogamici sul frutto hanno spinto la sperimentazione verso nuove direzioni. La prima è l'utilizzo del 1-MCP (1-metilciclopropene), un potente inibitore di etilene. Avendo una struttura chimica molto simile all'etilene, il 1-MCP è in grado di sostituirlo nel legame coi recettori, arrestando il processo di maturazione del frutto ed evitando il manifestarsi del marciume.Un secondo metodo, infine, è la termoterapia, ovvero il trattamento dei frutti con acqua calda (massimo 45°C) per circa 10 minuti. L'effetto è quello di danneggiare i corpi fruttiferi del fungo presenti nelle zone superficiali del frutto.