Moria del kiwi, nel Veronese la situazione si aggrava

Dieci Comuni dell'Ovest della provincia inviano una richiesta d'aiuto a Regione, Ministero e Ue

Moria del kiwi, nel Veronese la situazione si aggrava
Moria del kiwi, la situazione nel Veronese si aggrava. E dai Comuni più colpiti parte, sotto forma di lettera, un Sos indirizzato all'assessore regionale all'agricoltura, Franco Manzato, al ministro per le politiche Agricole, Maurizio Martina e al commissario Ue all'agricoltura Phil Hogan.

Una richiesta di "aiuto immediato" è stata formulata nei giorni scorsi dal vicesindaco delegato alle politiche agricole del Comune di Sommacampagna, Giandomenico Allegri, che ha chiamato a raccolta gli amministratori dei centri dell’Ovest della provincia nei quali il problema è più sentito: Sona, Pescantina, Valeggio sul Mincio, Villafranca, Castelnuovo, Bussolengo, Pastrengo, Mozzecane e Lazise

«Urge confronto per risolvere il problema»

“Le nostre amministrazioni comunali, preoccupate per il continuo aggravarsi della situazione legata alle coltivazioni del kiwi inoltrano con la presente un appello alle istituzioni chiedendo di aprire un confronto utile ad affrontare la tematica in tempi brevi e con soluzioni che vadano a sostegno delle attività agricole danneggiate”, si legge nella lettera.

“La diagnosi è problematica se si tiene conto dell’annata agricola negativa legata alla continua piovosità che va a sommarsi alla batteriosi già presente da alcuni anni.  Tale patologia oltre ad incidere sull’annata in corso, essendo riscontrata anche sulle piante nuove messe a dimora, inficia la produzione ed il reddito delle aziende agricole dei prossimi anni, aggravando notevolmente la situazione di questo comparto”.

“Il fenomeno - prosegue la missiva - è presente in tutto l’areale nord-ovest della provincia di Verona dove viene coltivata la maggior parte dell’actinidia veronese, che si stima sia oltre i 3.700 ettari per una produzione che mediamente supera le 100.000 tonnellate di kiwi, circa un quarto della produzione nazionale.  Gli agricoltori delle zone interessate unitamente a tecnici e sperimentatori, stanno ancora cercando le cause tramite valutazioni di tipo ambientale, fitosanitario ed agronomico, senza aver ottenuto risultati positivi”.

Le richieste: monitoraggio, ricerca, aiuti economici dai Psr

Seguono le richieste "a supporto delle aziende colpite": “Chiediamo che gli enti interessati si facciano portavoce di specifici interventi normativi a sostegno della ricerca oltre a prevedere nei prossimi Piani di Sviluppo Rurale aiuti economici certi e straordinari per le aziende investite dal problema; l’intervento tecnico di Arpav per la ricerca di elementi inquinanti nell’ambiente e verificare gli effetti di fitotossicità radicale che questi possono avere nella distruzione dei frutteti; la collaborazione del Servizio Fitosanitario Regionale e delle strutture di ricerca universitarie per l’effettuazione delle analisi volte all’individuazioni delle cause di tale patologia, con il confronto di medesime colture in territori ancora immuni; il monitoraggio di tutte le aziende interessate dalla malattia per l’accertamento della fitopatia, mediante un accurato censimento che permetterà agli agricoltori di effettuare gli opportuni estirpi ed accedere agli eventuali indennizzi stanziati dagli enti a sostegno del comparto agricolo del kiwi per capire le preoccupanti dimensioni del fenomeno”.

Gli amministratori veronesi firmatari della lettera confidano che il problema “venga affrontato con la massima urgenza ed in modo eccezionale, vista la portata devastante con cui si sta manifestando” .

La Regione Veneto si attiverà per chiedere misure di sostegno

Recentemente l'assessore regionale Manzato aveva dichiarato che "la moria dell'apparato radicale, purtroppo, non rientra nell'eziologia che può godere di finanziamenti "previsti per le malattie parassitarie e l'estirpo delle piante malate". Tuttavia, la Regione garantisce che nel prossimo Programma di sviluppo rurale saranno chieste misure di sostegno a investimenti per il ripristino dei terreni e del potenziale produttivo di imprese agricole che hanno subito danni e fitopatie in conseguenza di calamità naturali.

Cso: 600 gli ettari colpiti

In occasione del convegno sul kiwi tenutosi l’8 ottobre scorso Verona, il direttore del Cso Elisa Macchi aveva affermato che potrebbero essere circa 600 gli ettari interessato al  fenomeno (cliccare qui per leggere). Un dato per alcuni superiore all'effettiva propagazione, ma che in ogni caso inquadra i contorni di un fenomeno che preoccupa molto i produttori di una delle aree più vocate del Paese.

Della moria del kiwi si parlerà stasera a Bussolengo nel tradizionale convegno annuale dedicato al frutto e incentrato quest'anno su qualità e sostenibilità.

Copyright 2014 Italiafruit News