L'ASSEMBLEA FRUITIMPRESE LANCIA UN SEGNALE POSITIVO ALLA FILIERA. SALVI: È VENUTO IL MOMENTO DI FARE SQUADRA CON DETERMINAZIONE

L'ASSEMBLEA FRUITIMPRESE LANCIA UN SEGNALE POSITIVO ALLA  FILIERA. SALVI: È VENUTO IL MOMENTO DI FARE SQUADRA CON DETERMINAZIONE
La 65esima Assemblea di Fruitimprese si è tenuta ieri a Roma alla presenza di oltre cento delegati sul tema dell’impresa e mercato: analisi, previsioni e prospettive. Ha aperto i lavori un video saluto il Presidente della Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo, Paolo De Castro. La relazione introduttiva sul tema è stata tenuta da Roberto Della Casa, docente di marketing e gestione dei prodotti agroalimentari all’Università di Bologna che ha portato in premessa evidenze sui primi timidi segnali di ripresa della fiducia dei consumatori pur a fronte di consumi ancora fortemente selettivi su ciò che non è strettamente necessario. 





In quest’ottica va letta la modifica di posizionamento dei discount anche nel nostro paese. È una nuova opportunità che deve essere colta studiando meglio i punti di vendita e collaborando con chi li gestisce per far crescere di nuovo i consumi, la vera spina nel fianco del settore.



Della Casa ha poi esemplificato diversi casi di studio, dal melone al kiwi, dalla IV gamma alle carote dove la collaborazione fra produzione e distribuzione ha portato risultati tangibili per tutti gli attori della filiera. Resta l’unica via per recuperare valore per questo settore, passando dalla segmentazione del mercato in funzione dell’offerta alla segmentazione dell’offerta in funzione del mercato.



Il Presidente di Confagricoltura Mario Guidi ha aperto il secondo intervento dicendo che non siamo ancora pronti ad uscire dalla crisi e in questo senso si può sperare che duri ancora un po’.



“Dobbiamo attrezzarci in fretta anche perché la nuova PAC merita di essere colta con adeguata organizzazione”, ha sottolineato. “L’assetto del governo dell’agricoltura è stato troppo variabile durante la crisi per cui non abbiamo usato proficuamente questo periodo di difficoltà per adeguarci. Le modalità di recepimento della nuova PAC saranno diverse fra le varie nazioni e ciò darà opportunità e minacce in base alle scelte che saranno fatte. A questo livello noi abbiamo difficoltà ad avere una prospettiva nazionale perché troppo occupati a difendere le logiche regionali”. 
“Un milione e quattrocentomila domande PAC di cui poche provenienti da imprese moderne e strutturate sono un problema. Serve fare un salto di qualità importante per produrre ciò che il mercato chiede fino a poter portare il mercato a chiedere quello che vogliamo produrre. Dobbiamo avere la possibilità di avere strategie multiple come quelle previste dalle reti d’imprese per fare emergere le buone idee”. 
Nazario Battelli, Presidente di Ortofrutta Italia, nell’intervento successivo ha ricordato la storia dell’interprofessione nazionale e la sua rappresentanza che parte da quasi 400.000 imprese ortofrutticole di diverso tipo. L’area di azione investe tutti i prodotti ortofrutticoli, con progressivo sviluppo delle attività con l’adozione di alcuni strumenti operativi come le convenzioni con Ismea e Agecontrol. “Sempre con il fine di aumentare l’operatività”, ha poi ricordato, “sono stati potenziati i comitati di prodotto e i rapporti con le interprofessioni europee. Qui va considerato che Interfel dispone di un budget di 14 milioni all’anno di cui 10 dedicati alla promozione del prodotto francese, mentre l’OI italiana non ha risorse”. 
Fra le attività svolte sono state ricordate il rapporto congiunturale sui principali prodotti realizzato da ISMEA, l’impulso alla nuova normativa sul pastazzo, i rapporti con l’OI pera, l’accordo interprofessionale kiwi e succhi di frutta da agrumi 2013-2014, l’intesa di filiera per l’uva da tavola, il piano di promozione istituzionale di pesche e nettarine italiane. Fra le attività da intraprendere a breve vi è la promozione dei consumi nel mercato interno e la promozione dell’export con iniziative istituzionali, oltre alla redazione ed applicazione degli accordi interprofessionali, senza dimenticare che “dobbiamo fare più cultura interprofessionale anche attraverso una contribuzione volontaria obbligatoria ad valorem”.



Il Presidente di Fruitimprese Marco Salvi ha sviluppato l'intervento centrale evidenziando come l’export di ortofrutta abbia chiuso il 2013 in positivo a valore ma con una leggera flessione a volume. Seppure a fronte di una crescita dell’import sia a quantità che a valore, il saldo rimane positivo con oltre un miliardo di euro.







Siamo ancora nella crisi anche se alcuni indicatori cominciano a migliorare. Bene l’export di mele, kiwi, pere, pesche e nettarine, dove siamo leader anche a livello produttivo nello scenario europeo e internazionale. Sull’import sono molto attive tante imprese italiane, con le banane che rappresentano il 48% del totale, in crescita del 6% rispetto all'anno precedente. Bene anche ananas e frutta secca. Gennaio 2014 è cominciato bene con un più 10% a quantità e 5% a valore e anche la bilancia commerciale è migliorata. 



Le aziende di Fruitimprese hanno contribuito a sostenere l’Italia in uno dei momenti più difficili della nostra storia economica. “Abbiamo patito anche noi la riduzione dei margini al fianco della produzione per garantire inalterata capacità d’acquisto ai consumatori. Non dobbiamo però scivolare nell’ambito delle commodity ma salire nell’area dell’eccellenza. Dobbiamo parallelamente fare più sistema con le altre organizzazioni del settore, come – ad esempio – Agrinsieme. L’Organismo interprofessionale va potenziato, e occorre far funzionare meglio ciò che va bene, come il CSO, rendendolo tavolo delle problematiche fitosanitarie”.
Va poi promossa l’aggregazione sia attraverso strumenti consortili che tramite strumenti nuovi come le reti di imprese. Anche sul fronte fieristico serve una razionalizzazione, con un unico evento fieristico nazionale dell’ortofrutta superando le divisioni attuali.”
All’Unione Europea chiediamo:
1. Ruolo nella rappresentanza
2. Armonizzazione fitosanitaria
3. Politica sull’export univoca e reciprocità nei rapporti commerciali con gli altri paesi
4. Controllo della distribuzione degli aiuti comunitari
5. Meno burocrazia 
L’intervento di Salvi si è concluso con una precisa serie di richieste al Governo italiano, rappresentato all’evento dal Viceministro alle Politiche Agricole, Andrea Olivero. In sintesi:
Più peso in Europa
Più politiche di espansione commerciale
Meno spreco di risorse comunitarie
Più azioni di promozione dei consumi
Più tutela degli anelli deboli della filiera come implementare bene l’art. 62
Ruolo nella cabina di regia per l’internazionalizzazione per le imprese
“Poiché dietro l’ortofrutta c’è tanta occupazione e anche quote rosa meritiamo grande attenzione, anche con un grande progetto di promozione dell’ortofrutta senza disperdere risorse in mille rivoli”, ha concluso Salvi.



Il viceministro delle Politiche Agricole Olivero ha esordito dicendo che “vorremmo avere il tempo di fare tanto dando stabilità al governo, per questo il collegato agricoltura ritorna con forza nella legge di stabilità. 
Qualcosa sta cambiando. Dobbiamo lavorare insieme con nuova collaborazione fra i soggetti sociali. Stiamo lavorando alla semplificazione dei controlli per alzare il livello degli stessi senza appesantire solo la burocrazia con un provvedimento ad hoc del governo su questi temi in uscita a brevissimo”. 
“Stiamo studiando anche iniziative volte al potenziamento delle imprese agricole favorendo l’accesso al credito per favorire l’occupazione riducendo il costo del lavoro, che è uno dei punti critici del comparto. Occorrono azione di sostegno e premio delle imprese virtuose”.
Noi abbiamo un disperato bisogno di aumentare l’export con politiche serie di accompagnamento”, ha poi ricordato. “Ben venga il grande contributo che possono dare le imprese su questi temi. Come dicevo occorre sempre più fare squadra. Le imprese non possono essere lasciate da sole occorre fare sistema, non andare in ordine sparso”. 
Ultima riflessione del Viceministro è stata che ”la scommessa della crescita di questo settore passa anche nel rigore della ricerca di qualità. Questa dipende da una ricerca di grande livello che deve essere sostenuta e sviluppata. Expo può essere una grande occasione solo se rilancia e non fa solo vetrina. Questo permetterà di mostrare la forza e il valore italiano che attrarrà investitori internazionali. In questo senso occorre immaginare non solo nuovi mercati ma anche prodotti per nuovi mercati. EXPO deve dare una immagine nuova dell’Italia agroalimentare, ortofrutta in testa. Nel complesso dobbiamo permettervi di fare meglio il vostro mestiere di imprenditori”.

Nella foto di apertura da sinistra: Roberto Della Casa, Università di Bologna; Nazario Battelli, Presidente di Ortofrutta Italia; Attilio Romita; Mario Guidi, Presidente di Confagricoltura; Marco Salvi, Presidente di Fruitimprese.

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